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Chioggia

"Una persona straordinaria, impossibile non volergli bene"

L'ultimo saluto a Massimo Boscolo Cegion, prima a Padova, poi in Duomo a Chioggia

CHIOGGIA – L’ultimo saluto a Massimo Boscolo Cegion, un uomo che ha perso la vita mentre era al servizio della collettività. L’agente della polizia locale di Padova è stato ricordato con tutti gli onore sia a Padova che a Chioggia. Al mattino la cerimonia funebre nella chiesa di Santa Giustina, fortemente voluta dai suoi colleghi molto scossi per quanto accaduto e autorizzata dalla famiglia. Nel pomeriggio, alle 15, la comunità con in testa il primo cittadino Mauro Armelao e tutto il corpo della polizia locale guidato dal comandante Michele Tiozzo, si è stretta attorno al feretro in un Duomo gremito.

Massimo, 34 anni, è morto lunedì della scorsa settimana in seguito alle gravi conseguenze di un incidente in modo avvenuto due giorni prima mentre era in servizio per scortare una gara di handbike del team Zanardi. E davanti alla bara, avvolta nel tricolore, c’era proprio il suo inseparabile compagno di lavoro, il casco bianco per la moto che quotidianamente indossava per garantire la sicurezza dei cittadini di Padova. A celebrare il funerale il vescovo Adriano Tessarollo, affiancato da don Adriano della parrocchia del Buona Pastore e Don Mario Pinton. Davanti al feretro i gonfaloni dei paesi in cui ha prestato servizio Massimo: Casalserugo, Albignasego, Rosolina, Loreo, Padova.

“Nella normalità della vita – ha ricordato il vescovo – sono i figli che accompagnano al cimitero i propri genitori. Quando succede il contrario si possono avere dei dubbi di fede e religione. Massimo se né andato pressappoco all’età di Gesù, e prima di morire, secondo Giovanni disse 'è compiuto'. Tutto si è realizzato, tutto è stato portato a termine. Massimo ha vissuto intensamente i suoi anni, ha aiutato tante persone e ha fatto quello che voleva fortemente, godendo appieno di tutti i momenti”.

Toccante il ricordo di un suo ex collega chioggiotto, amico di Massimo: “Parlo a nome di tutti i suoi colleghi anche se è molto difficile – ha detto dal pulpito con la voce rotta dal pianto – in questi anni ho conosciuto Massimo e la sua famiglia, Patrizia, Daniele e il fratello Davide. Persone straordinarie a cui è impossibile non voler bene, come era impossibile non voler bene a Massimo. Una persona leale, corretta, sincera, così scrupoloso nel suo lavoro che qualche volta lo prendevamo anche in giro".

Un applauso spontaneo e scrosciante ha riempito la cattedrale. Poi il corteo si è spostato all’esterno e ha accompagnato Massimo verso il suo ultimo viaggio, verso il cimitero di Sottomarina. Così come aveva aiutato le persone mentre era in vita, lo ha fatto anche dopo la morte. I suoi organi hanno portato speranza a tre persone e la famiglia ha invitato a supportare Marta, 16enne figlia di un agente della polizia locale di Treviso, in stato vegetativo da 15 mesi per una emorragia celebrale. Accudita a casa dai genitori, per le sue cure servono molti soldi. E’ possibile fare una donazione al conto corrente con iban IT11L0344012000000000275900 intestato a Mosole Barbara, causale La stella di Marta.

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