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CHIOGGIA
13.12.2021 - 13:25
CHIOGGIA - Il distretto ittico di Chioggia e Rovigo, fattura 850 milioni all'anno, impiega 8mila persone in 3.100 imprese. Basta questo a inquadrare l'importanza del settore, che lotta contro restrizioni continue, fermo pesca e il "rischio natura".
La prima parte della giornata, per il "giorno inaugurale" degli Stati generali della Pesca, all'Auditorium San Nicolò di Chioggia, è stata molto appassionata.
Sono intervenuti tutti i rappresentanti del settore economico così importante, ma anche uomini e donne del turismo, della cultura, dell'enogastronomia. Tra questi il deputato Lorenzo Viviani, genovese e molto legato al mondo della pesca.
"Le nostre aspettative? Passare dalla protesta alla proposta, alla consapevolezza del valore che esprime questa categoria. Far capire che la pesca dell’Adriatico merita un focus di attenzione tutto suo. Non possiamo continuare a essere omologati al Mediterraneo, perché abbiamo delle nostre peculiarità", ha sostenuto anche sostiene Massimo Barbin, presidente del distretto ittico di Rovigo e Chioggia.
La parola che si ripete con più frequenza è “identità”. "Un’identità che va difesa. E in prima linea ci sono proprio i pescatori, che sono i primi amici del mare, i primi a rispettarlo. I primi interessati al fatto che il mare sia pulito, sano e pescoso" ha detto l’assessore al territorio Cristiano Corazzari.
Intervento tra ambiente e "sopravvivenza" della categoria, quello di Marco Dolfin, consigliere regionale e responsabile del settore pesca nella Lega veneta, aggiusta il tiro: «Fare gli integralisti nel nome del green comporterà solo la fine di questo comparto. Da parte mia arriverà sempre un 'no' a determinate politiche ambientali, se non accompagnate da iniziative sociali ed economiche". Il riferimento, non nuovo per Dolfin, è ai continui fermi pesca imposti dall'Europa, che penalizzano inutilmente la pesca italiana e dell'Adriatico.
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