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Chioggia

“Sagra del pesce da riformare”

Boscolo Cegion, presidente degli Albergatori: “Il cambiamento imposto dal Covid venga visto come opportunità per ripensarla”

“Sagra del pesce da riformare”

CHIOGGIA - “La sagra del pesce venga riformata: il cambiamento imposto dal Covid venga visto come un’opportunità”. A chiederlo è il presidente dell’Asa, l’associazione degli albergatori, Giuliano Boscolo Cegion. La storica manifestazione, ormai, non si fa da ben due anni e per la città e il mondo del turismo è una grossa perdita con turisti che prenotavano negli alberghi appositamente per mangiare alla sagra in centro storico.

Da tempo l’Asa ne chiede un cambiamento a 360 gradi e, l’anno scorso, aveva commissionato anche uno studio ad una nota società padovana. “E dallo studio – spiega Boscolo Cegion – era emerso che la sagra del pesce si sarebbe potuta fare anche l’estate scorsa in tutta sicurezza, ovviamente ripensandola. Si è invece preferito annullarla, ma quest’anno è fondamentale avviare il prima possibile i discorsi per riportarla in Corso del Popolo. E’ un evento che ci caratterizza e che, a livello turistico è molto richiesto. Come Asa abbiamo già richiesta da parte di possibili clienti e anche il consorzio Lidi di Chioggia è stato di recente contattato per sapere se la sagra si farà oppure no”.

Al momento in Comune nulla è stato deciso anche perché luglio è lontano e il picco di contagi di queste settimane rende difficile anche solo pensare alle manifestazioni estive. “Ma siamo già in ritardo – continua Cegion – è adesso che l’evento dovrebbe essere pubblicizzato. Come Asa chiediamo al Comune di essere informati e di partecipare alle riunioni con le associazioni che gestiscono gli stand visto che poi siamo noi che dobbiamo ‘vendere’ questo prodotto ai turisti. In più quella del Covid deve essere vista come un’occasione di cambiare in meglio questo evento. Non è ammissibile che, come negli anni scorsi, i turisti facciano ore di coda in piedi per mangiare una frittura. Dobbiamo cogliere l’occasione per migliorare quelli che erano i nostri punti deboli, ripensando anche la collocazione e il numero degli stand e le modalità e le distanze dei posti a sedere. E va fatto il prima possibile, non si può immaginare un altro anno senza la sagra del pesce. I tempi sono maturi per cambiarla e adeguarla alla presenza della pandemia con cui siamo costretti a fare ancora i conti”. E il fatto che le casette degli stand della sagra del pesce, dopo due anni di inattività, siano praticamente da buttare potrebbe accelerare questo percorso di cambiamento.

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