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L’intervista
09.02.2022 - 07:24
Il vescovo Giampaolo Dianin con Paolo De Grandis e Cinzia Ricceri
CHIOGGIA - “Mi metto in ascolto per questa città senza pregiudizi, idee preconfezionate o confronti con Padova per essere aperto a questa popolazione e a questa diocesi per fare un cammino insieme”. Sono queste le parole del nuovo vescovo, Giampaolo Dianin ospite a radio Bcs, in cui è stato intervistato da Paolo De Grandis e Cinzia Ricceri. Dianin, dimostrando grande maturità di pensiero e predisposizione al confronto, ha risposto con entusiasmo alle domande degli speakers, svelando di amare molto il cinema “serio”, come ha specificato, e anche di aver lavorato per passione in una piccola radio di Padova, durante gli anni della gioventù.
“Sono vescovo da solo un mese e tutto è ancora nuovo per me -ha raccontato il vescovo – ma è davvero bello: è come se fosse iniziata una nuova paternità per me, quindi una nuova esperienza. Sento di essere stato chiamato per prendermi cura di questa chiesa e di questa diocesi, per volerle bene. Inoltre, incontro tante persone e sento nel cuore questo grande incarico che mi è stato dato. Per il momento, mi sto godendo l’incontro con le persone, le conoscenze, le cose belle, anche le fatiche, devo dire, ma è bello poterle condividere; a me piace lavorare insieme ad altri e per me questo è e sarà fondamentale. Per ora sto conoscendo la zona ed è tutto ancora nuovo ma c’è la gioia dell’inizio. Posso dire quindi, di essere molto contento. Ora vivo a Chioggia, anche se devo tornare qualche volta a Padova avendo delle responsabilità legate all’insegnamento”.
Un racconto a 360 gradi e alla fine una riflessione molto profonda sui giovani e sui cambiamenti: “Papa Francesco dice che non stiamo vivendo un’epoca di cambiamento ma un cambiamento d’epoca. Infatti, a livello culturale stiamo mettendo in discussione molti argomenti, come l’eutanasia, il tema del gender etc. e questo riguarda anche la chiesa. Ma non dobbiamo vivere di nostalgie, i cambiamenti non vanno demonizzati ma bisogna attraversarli, perché questo è anche un tempo di possibilità. Penso che i giovani abbiano bisogno di incontrare esperienze vere, profonde ed esigenti, con modalità anche diverse, ma in modo autentico. Gesù non ha mai avuto paura di osare e per questo, a mio parere, è necessario osare con proposte e contenuti seri, tenendo insieme la capacità di comunicare e la sacralità”.
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