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Chioggia

“Successo oltre la delusione”

Il commento da Roma di Pino Penzo, del Comitato promotore della candidatura. E Sgarbi fa scoppiare la polemica

“Successo oltre la delusione”

CHIOGGIA - Da Roma arrivano anche le dichiarazioni di chi ha curato il progetto, fino all’ultimo, assieme a tanti altri cittadini. Giuseppe Penzo parla di “Successo che va oltre la delusione”. “Ci abbiamo creduto fino alla fine - spiega - ma non sarà Chioggia la Capitale Italiana della Cultura per il 2024. Tante volte abbiamo detto che era già una vittoria essere arrivate in finale e aver consegnato nel dossier di candidatura la visione per il futuro di Chioggia. Certo, ora la delusione c’è e si sente, ma questo non toglie nulla al percorso straordinario che la città ha fatto e ancora può fare. E’ stata comunque una grande emozione essere a Roma, a fianco del sindaco Armelao, ad attendere la proclamazione da parte del ministro Franceschini, insieme alle altre candidate. In competizione sì, ma nella convinzione che la cultura unisce e che non fa classifiche. Quindi congratulazioni a Pesaro che si è aggiudicata il titolo”. “Per noi - prosegue - c’è la consapevolezza che la trasformazione, in fondo, è già iniziata e la speranza che le energie che si sono messe in moto in questo anno non vadano disperse ma siano comunque seguito all’attuazione di alcuni dei progetti contenuti nel dossier. Noi del Gruppo promotore ci siamo per fare la nostra parte”.

A livello nazionale intanto non sono mancate le polemiche. Tra queste quella eccellente di Sgarbi a cui la formula per decretare la vincitrice non è piaciuta: “Felice per Pesaro, città bellissima, ma prevalgono criteri politici – spiega il noto critico d’arte e politico – è un errore mettere in competizione le città come fossero squadre di calcio. Pesaro è una città poetica e nascosta, nella quale vi è una delle più belle architetture del mondo, Villa Imperiale, mirabile per l’architettura e gli affreschi. Essere Pesaro capitale gioverà a tutte le Marche. Non si possono però mettere in competizione, con un titolo illusorio, città che esprimono e producono cultura come fossero le squadre in uno stadio, oltretutto con dimensioni e infrastrutture molto diverse; come, nella stessa regione, è assurdo contrapporre Pesaro ad Ascoli, città bellissima che meritava un eguale riconoscimento. E perdura il sospetto, da me e da altri avanzato, che la capitale italiana della cultura tocchi invariabilmente a città governate dal centrosinistra, fin qui sette su sette, come se città bellissime come Vicenza e Ascoli dovessero pagare il peccato di essere governate dal centrodestra”.

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