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Chioggia
24.03.2022 - 23:25
SOTTOMARINA - Accoglienza ai profughi ucraini negli alberghi, anche i titolari di strutture di Chioggia, Sottomarina e Isola Verde stanno vagliando l’ipotesi. Mettere a disposizione delle camere di albergo per questioni umanitarie è possibile grazie a un’ordinanza del governatore Zaia. “Ringrazio tutte le categorie del settore che hanno già dato la loro disponibilità – ha commentato il presidente Luca Zaia - volevamo evitare l'ipotesi delle tendopoli e, con questo accordo, la disponibilità di letti nella rete degli ex ospedali, la generosità dei veneti che spontaneamente hanno già offerto 10.323 alloggi, contiamo di farcela”.
“Gli hotel interessati – ha anticipato Zaia in attesa delle procedure formali relative all’ordinanza – sono tutti quelli da due stelle in su, in forma non esclusiva, il che significa che potranno mettere in campo anche una o due camere continuando la loro attività con la clientela ordinaria. I costi, che saranno coperti dai fondi della struttura commissariale, e quindi da Roma, ammontano a fino 35 euro più iva per il servizio di pernottamento e prima colazione; e a fino 60 euro più iva per la pensione completa. I bambini sotto i 10 anni godranno di uno sconto del 50%. Ogni hotel non potrà superare l’introito complessivo annuo di 214.900 euro. Le Associazioni degli albergatori sono state straordinarie nell’aderire immediatamente. Ora comincerà la raccolta reale delle offerte attraverso tutti i canali disponibili, tra i quali il numero verde della Protezione Civile regionale 800990009 e la mail ucraina@regione.veneto.it”.
Una ordinanza nata anche attraverso la collaborazione con Federalberghi e che l’Asa locale sta prendendo in considerazione: “I nostri associati sanno che c’è questa possibilità e al momento è al vaglio – spiega il presidente Giuliano Boscolo Cegion – il fatto che si possa mettere a disposizione qualche stanza delle proprie strutture è sicuramente una buona possibilità. A noi non interessa il profitto, ma l’aspetto puramente umanitario. Non si può lasciare queste persone che scappano dalla guerra abbandonate a se stesse, i soldi che arrivano da Roma servono a mala pena per coprire le spese. Non è business, ma una possibilità di potersi rendere utili in questa gravissima situazione”.
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