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Cavarzere
31.03.2022 - 23:45
CAVARZERE - Una guerra talmente vicina da essere lontana dal sentire di tanti, troppi, che in un decennio, tanto è durata, l’hanno avvertita quasi come fosse un dato di fatto, una vicenda ineluttabile del vivere quotidiano. E’ la guerra nell’ex Jugoslavia, è la guerra nei Balcani, ed è raccolta nelle vite che Toni Capuozzo, giornalista e reporter friulano, ha saputo raccontare in dieci anni da inviato. Capuozzo sarà domani sera a Cavarzere, alle 21 nel teatro “Serafin” per l’appuntamento “Primavera con l’autore 2022” (ingresso libero su prenotazione 0426/317160, biblioteca@comune.cavarzere.ve.it), per presentare “Balcania - L’ultima guerra europea”, un libro che, attraverso queste storie, in un decennio in prima linea, sotto le bombe, cerca di fissare una verità, quella di chi la guerra l’ha vissuta. Non la verità assoluta, non i torti e le ragioni, ma quanto donne, uomini e bambini hanno passato, da una parte e dall’altra della barricata. E lo fa con la ricchezza di dettagli che solamente chi ha condiviso parte di quelle esistenze tribolate può fissare.
Nel libro non si trova la narrazione dei fatti, ma i fatti narrati attraverso la voce di chi li ha vissuti. Una serie di racconti, uno dietro l’altro, che conducono il lettore per le città di Slovenia e Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia. Ciò che rimane è il sapore di una terra che, orfana di Tito che la teneva - a modo suo - unita, si è sgretolata sotto i colpi di mortai, bombe, proiettili dei cecchini e un rancore, un odio, una violenza inimmaginabili solo pochi anni prima. Lo si capisce dal fatto che il popolo jugoslavo aveva iniziato a mescolare le proprie origini, sloveni e croati, serbi e bosniaci. Per poi trovarsi diviso irrimediabilmente da una guerra né voluta né, probabilmente, compresa.
Toni Capuozzo racconta il perché, e lo fa senza sconti, lo scrive senza alcuna remora, poiché è ciò che ha visto e vissuto, non ciò che gli è stato riportato. Lui che la “Jugo” la conosceva dal secondo dopoguerra, abitando al confine, che era meta delle sue vacanze da giovane e posto di lavoro, se così possiamo dire, dove si è formato come giornalista e, di certo, come uomo. Una sua seconda casa, dopo l’Italia: la Balcania, appunto.
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