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caro energia
27.08.2022 - 16:04
venezia - Oltre 1,3 miliardi di euro di bollette di luce e gas nel 2022, a fronte dei 300 milioni pagati nel 2019, ultimo anno pre-Covid. Questo il conto salato per le attività di alloggio e ristorazione in Veneto, secondo quanto stimato della Fondazione Think Tank Nord Est. Si tratterebbe dunque di un esborso più che quadruplicato, che compromette notevolmente l’entusiasmo per la ripresa del movimento turistico, con diverse località della regione che hanno recuperato i volumi pre-pandemia del 2019. Anzi, nonostante il recupero del turismo ora molte imprese rischiano seriamente di dover chiudere i battenti. Pochi giorni fa Confcommercio ha stimato che a livello nazionale sono almeno 120mila le attività del terziario che rischiano di dover chiudere i battenti da qui al prossimo giugno per colpa del boom dei costi delle materie prime energetiche.
Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, nei giorni scorsi ha prefigurato uno scenario secondo cui il 10% delle imprese del terziario di mercato sospenderà l’attività già nel mese di settembre. Per provare a scongiurare questa potenziale catastrofe, la sua associazione ha pensato di rivolgersi perfino a Sant’Antonio. Sì, perché domani, lunedì 29, alle 11.30 una delegazione consegnerà sul sagrato della Basilica di Sant'Antonio al Rettore, Padre Antonio Ramina, un cero. Un gesto simbolico non solo di fede, ma anche a significare che si rischia nei prossimi mesi il ritorno a un passato fatto ma non più di illuminazione elettrica, ma di lumi di candela.
Sempre a Padova, c’è anche l’iniziativa di Appe (Associazione provinciale pubblici esercizi) che ha esortato i negozianti ad aderire alla campagna nazionale di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) chiamata “Bollette in vetrina”: esporre, dunque, un cartello, all’ingresso o all’interno del proprio locale, dove riportare il costo dell’energia elettrica di luglio 2021 e quello di luglio 2022. “Balzerà così subito all’occhio del cliente quanto incidano in termini economici gli aumenti e quanto sia difficile per l’esercente assorbirne le conseguenze”, ha spiegato Erminio Alajmo, Presidente Appe. Secondo le stime fatte dall’associazione, nel 2021 i 3.000 pubblici esercizi padovani hanno speso per l’energia elettrica 30,6 milioni di euro, mentre quest’anno se i prezzi non caleranno, arriveranno a sborsarne 65,8 milioni. Le attività che rischiano di chiudere sarebbero circa 600, con gravi conseguenze per oltre 3.000 dipendenti.
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