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LA MOSTRA
07.09.2024 - 17:45
CAVARZERE - Sarà un viaggio in terre e culture dal fascino unico quello che attende gli spettatori della imminente mostra “The world of Maramures”, di Virgilio Bardossi, a Cavarzere dal 14 al 25 settembre. La mostra, spiega Domenico Augusti del Fotoclub locale che ha organizzato l’evento, è momento culmine delle celebrazioni dei 50 anni del gruppo. “L’ultima dedicata agli ‘esterni’. Da gennaio riprenderemo le consuete attività” - conferma. La regione di Maramures è una terra situata nel nord della Transilvania, al confine con l'Ucraina. “Questo viaggio nasce dal caso - spiega lo stesso fotografo Bardossi -, non sapevo dove andare in vacanza con mio figlio e mi fu suggerito da un’amica quella località”. Dopo essersi documentato Bardossi decide di partire, prendendo contatti con due persone residenti nella zona. “Una coppia di cui lui italiano e lei del posto che ogni anno vanno in ferie lì - conferma -, che mi hanno aiutato con la lingua che, ovviamente, non parlavo”. Come spesso accade da ciò che è inaspettato nasce l’amore.
“Sono rimasto incantato da quei posti - sottolinea -, mi ricordano i miei luoghi d’infanzia. Ormai ci torno ogni anno e a volte ci porto anche gruppi in vacanza. Facciamo un tour che prevede anche un viaggio su treno a vapore., un’esperienza unica. Ci vado soprattutto durante la stagione invernale, quando le luci sono ancorapiù belle. Ci sono stato anche ad agosto ma non è la stessa cosa”. Oltre alla bellezza dei paesaggi a colpire sono le persone. “La gente ti accoglie sempre a braccia aperte - aggiunge , ti invitano a casa loro, hanno sempre dolci pronti da mettere in tavola, insieme ad un loro liquore che ricorda la nostra grappa. E poi l’ospitalità, puoi stare ore con loro a parlare”. Nelle immagini scattate da Bardossi anche il loro speciale rapporto con la morte.
“C’è un cimitero, chiamato cimitero allegro dove le, quando le persone vengono sepolte vengono create delle croci particolari e colorate - racconta - Qui la morte viene raccontata in modo scherzoso, raccontando aneddoti e cercando di affrontarla con leggerezza. Anche le cerimonie funebri sono particolari ed, per alcune parti mi ricordano quelle del sud Italia. Dopo la funzione, infatti, fanno un pranzo con tutti i partecipanti”. Cerimonie che si trasformano in un momento di festa. “Ricordo il primo funerale a cui partecipai, non capivo perché fossero presenti tantissimi bambini. Questo accade perché la famiglia da loro in dono dei giocattoli e dei dolci, mentre agli anziani danno un filone di pane” - continua il fotografo. Una terra ancora ancorata ai gesti semplici e ad uno stile di vita umile.
“Qui i bambini ancora giocano all’aperto - conferma -, vanno a scuola tranquillamente a piedi, anche quelli piccoli. Qui trovi soprattuto anziani e bambini, gli adulti vanno a lavorare all’estero e lasciano i piccoli con i nonni. Inconcepibile per noi. La delinquenza c’è ma è davvero poca, Maramures è un’isola felice, io, ad esempio, dormo con la porta aperta. Qui non ci sono grate, i ladri non vengono, perché se delinqui qui la gente non la prende bene”. Le foto, per la maggior parte sono in bianco e nero. “Nasco come bianconerista - conferma - purtroppo il digitale ha tolto la magia del bianco e nero, una scelta che ti costringe a leggere la fotografia senza alcuna distrazione. Col colore questo non accade perché ti concentri più su quello che sul soggetto”. Tra i progetti esposti anche un libro, un progetto a cui Bardossi tiene molto. “Tutto è partito da un incontro con un uomo che avevo fotografato 20 anni prima e si ricordava di me - spiea -. Dopo quell’incontro cercai quella foto e da qui nacque l’idea di fare un parallelo ‘da allora a oggi’, trovando le persone che avevo fotografato in passato per immortalarle a 20 anni di distanza. Non è stato semplice ma ne ho trovate ben 97”. Tra gli altri progetti quello legato al ‘fermare il tempo’.
“Andai in giro per il paese facendo ritratti alle persone trovate per la strada, facendo loro un ritratto senza pose o sfondi ricercati - conclude -. Fotografai una famiglia di 9 persone, un gruppo di bambini e uno di bambine, uno di donne giovani e uno di anziane . Un totale di 9 ritratti che oggi è ospitato al museo locale. Sono immagini che raccontano vite, usi e costumi, delle persone e che, attraverso i loro sorrisi, fermano un pezzo della storia".
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