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IL COMMENTO

Settore ittico, crisi senza precedenti

L'allarme di Cia Veneto per il comparto di cozze e vongole

Siccità: 25,4 milioni di ristori

VENEZIA - Un grido d'allarme che non lascia spazio a dubbi: il settore ittico dell'Alto Adriatico, e in particolare la produzione di cozze e vongole, sta attraversando una crisi senza precedenti. “Se non intervengono subito le autorità competenti con misure ad hoc, il comparto sarà destinato a scomparire definitivamente”, avverte Cia Veneto, che lancia un appello per salvare un settore fondamentale per l'economia e l'identità del territorio. Il monito arriva a margine della presentazione di un documento congiunto firmato da Italia, Francia e Spagna al Consiglio Agrifish, sottolineando l'urgenza di intervenire a livello europeo. “Il documento sollecita un equilibrio tra tre pilastri fondamentali: la tutela ambientale, il sostegno economico alle imprese ittiche e l'equità per i produttori”, spiega Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto. L'accordo, secondo Passarini, rappresenta un primo passo verso la salvaguardia di un settore che, se non protetto adeguatamente, rischia di scomparire, sacrificando così il patrimonio produttivo europeo. Nonostante le difficoltà il Polesine continua a mantenere la sua posizione di leader nel settore della pesca veneta. Con 2.098 aziende ittiche registrate, di cui 1.364 operano nell'acquacoltura e 734 nella pesca, la provincia di Rovigo è il cuore pulsante dell'attività ittica regionale. La zona della Sacca di Scardovari, in particolare, è tra le più attive. Seguono a distanza la provincia di Venezia, con 829 imprese ittiche, e il resto della regione, che complessivamente conta 3.092 aziende. Ogni anno nei mercati ittici di Pila e Porto Tolle vengono scambiate oltre 9mila tonnellate di prodotto, che rappresentano circa il 32,5% del totale veneto, un dato che sottolinea quanto il settore sia cruciale per l'economia della Regione. “Il settore ittico è strategico per la nostra Regione e per l’Italia - conclude Passarini -. Per questo è essenziale che venga data nuova linfa alla filiera. I valori economici e sociali che rappresenta sono troppo importanti per essere sacrificati”.

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