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L’INTERVISTA

Un canto per la memoria che fu

Enzo Salmaso spiega la creazione del suo libro e lancia un messaggio ai cittadini

Un omaggio alla memoria collettiva

CAVARZERE - Amore, orgoglio, riconoscenza verso il proprio, le parole chiave dell’entusiasmo che ha portato Enzo Salmaso a comporre un libro corposo dal titolo “Ricordi?! fra cronaca e storia 1950 al 2000”. 680 facciate che raccolgono articoli di giornale, locandine, inviti, foto, sommari, calendari, riassunti di fatti, di una Cavarzere che in soli 50 anni è cambiata in modo incisivo, dal secondo dopoguerra al passaggio nel nuovo millennio. L’ incontro con Salmaso nel suo ufficio a Palazzo Danielato occupato da quadri accatastati a terra, mappe e carteggi sui tavoli dove, solo qualche anno fa, si respirava una cultura diversa, con un altro impegno, grazie a Laila Tosin, primo ricordo dalla voce di Salmaso. L’opera vuole essere spunto di riflessione per una Cavarzere che non c’è più e un messaggio alle istituzioni ed ai cittadini che bisogna fare qualcosa, sedendosi ad un tavolo e lavorando per il paese e per la cultura.

Cosa l’ha portata a scrivere questo libro?

“Il progetto è nato quando ero assessore alla cultura del Comune di Cavarzere dal 1995 al 2011, tre mandati con l’amministrazione Parisotto. Andando a guardare nell’emeroteca custodita in biblioteca mi è sorto il dubbio che negli anni 50’ c’era una fonte molto ristretta di notizie, anche perché non avevamo corrispondenti su Cavarzere. L’unica fonte era la “Scintilla” e da li ho trovato tutte le notizie che mancavano dalla corrispondenza comunale.”

Quali sono gli articoli e quindi le notizie che l’hanno colpita di più?

“Ce ne sono molto e le ho riassunte con le prime fotografie in apertura di un nuovo anno illustrato nel libro. Naturalmente la caduta della passerella a Boscochiaro nel 1950, per poi passare all’alluvione del 1951, ma anche quella di una suora cavarzerana che ha dato la sua vita per un pazzo che voleva uccidere i bambini (1952).”

C’è stato un articolo che ha reputato interessante, ma che ha evitato di scrivere?

“La notizia che mi ha colpito di più, ma che ho evitato, è stata quella di un omicidio che nel 1957 ha fatto molto parlare, si tratta di un femminicidio, tema scottante in questi giorni. Non l’ho inserito, ho preferito parlare di notizie politiche, cambio di sindaci, ricorrenze, ma anche notizie “spicciole” che adesso si danno poco.”

Quali sono le notizie più “spicciole” di quel tempo, che adesso possiamo reputare “banali”?

“Ho riportato articoli di persone che rincorrevano i ladri con il fucile (sorride n.d.r). Ma anche notizie di una moralità eccessiva da parte della Chiesa, quando scrivevano al direttore del giornale lamentando il fatto che i ragazzi al cinema non fanno altre che baciarsi, oppure che in una discoteca (sala da ballo) ballavano abbracciati. Per questi fatti mandavano anche la Questura a verificare atteggiamenti per l’epoca scandalosi. Notizie che ora possono sembrare astruse.”

Articoli riguardanti la popolazione?

“Ho riportato articoli di quando mancava l’acqua nelle abitazioni o, ancora, quando dovevano lasciare a casa i ragazzi perché mancavano i trasporti. Ma anche a Rottanova, quando è stato bruciato il mulino sull’Adige."

 

Lei è stato assessore per molti anni, forse in quegli anni dove si è vista l’ultima crescita della città grazie all’allora Sindaco Parisotto. Cavarzere com’è cambiata nel tempo? Ci sono ancora le piccole notizie?

“Purtroppo non si trovano quasi più le piccole notizie anche di curiosità. Il primo cambiamento è stato nel 1975 con il cambio della maggiore età da 21 anni a 18. C’è stato un crescente vuoto per quanto riguarda i giovani che prima si organizzavano in diversi gruppi-associazioni di volontariato, sportive e di aggregazione. Naturalmente parlo fino al 2000, perché in questi anni con l’avvento del telefonino e del web, la socializzazione tra le persone in particolare tra i giovani, è cambiata ancora di piu, in modo negativo naturalmente.”

E’ più in pericolo questa generazione o quella degli anni descritti nel suo libro?

“Assolutamente questa, anche perché il telefonino è diventato molto diseducativo per i ragazzi. Ci deve far riflettere quando in un ristorante vediamo seduti al tavolo una famiglia con dei figli e regna il silenzio perché tutti hanno in mano il telefonino. Non c’è piu dialogo. Il telefonino è importante se utilizzato con intelligenza.”

Con questo libro vuole anche mantenere viva la memoria del paese e l’importanza della fotografia?

“Certo che si. E’ importante per me la memoria descritta da una fotografia e anche stampare la foto, si sente il “gusto” della carta, è qualcosa che rimane e che possiamo toccare.”

In futuro le piacerebbe scrivere un altro libro?

“No, mi sono dedicato con impegno a questo libro e ne sono felice.”

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