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INTERVISTE

Una storia tutta da riscoprire

Casson, ideatore del progetto, invita i cittadini e i visitatori a esplorare le parti sconosciute della città

Una storia tutta da riscoprire

CHIOGGIA - Chioggia è una città ricca di storia e tradizioni, ma spesso sono i dettagli più nascosti a raccontare la sua vera essenza. A confermarlo è Fabio Casson, storico e appassionato della sua città, nonché creatore della pagina “Chioggiapedia” ha deciso di dedicarsi a un progetto che porta alla luce le meraviglie delle calli chioggiotte, luoghi che spesso passano inosservati ai più.

Fabio, recentemente ha iniziato a parlare delle calli di Chioggia attraverso il progetto “Chioggiapedia”. Cosa l’ha spinta a concentrarti su queste vie così particolari?

“Le calli sono diventate un punto focale della mia attenzione. Queste vie, che costituiscono la spina dorsale della nostra città, sono spesso ignorate anche dai residenti stessi. Chioggia è conosciuta per le sue piazze e per l'animato centro storico, ma le calli custodiscono tanti segreti, storie di vita, leggende e testimonianze di un passato che merita di essere raccontato. La gente vive e attraversa questi luoghi senza davvero conoscerli, senza percepirne tutta la ricchezza storica e culturale. Le calli non sono solo luoghi di passaggio, ma spazi pieni di memorie, in cui si è vissuta la quotidianità di intere generazioni, come nei campielli, dove si giocava, si chiacchierava e si condividevano momenti di vita”.

Quali sono le caratteristiche più affascinanti delle calli di Chioggia secondo il suo parere?

“Le calli sono piene di storia, ma anche di dettagli che spesso passano inosservati. Molte di esse custodiscono bellissimi capitelli che raccontano la devozione popolare della nostra città. Un aspetto interessante è che le calli erano luoghi di svago e di incontro, ma anche di lavoro, di preghiera e di riflessione. Le persone, soprattutto nei giorni di primavera, si riunivano per socializzare, per raccontarsi le storie del giorno. I vecchi si sedevano sulle sedie, aspettando il ritorno dei mariti dal lavoro, mentre i bambini giocavano. C'è un'atmosfera intima e raccolta in queste vie che merita di essere esplorata e riscoperta”.

Ha parlato di come molte calli siano conosciute con nomi diversi rispetto a quelli storici. Può fare qualche esempio?

“E’ molto interessante notare come alcune delle calli più conosciute siano chiamate con il nome che la gente ha dato loro nel corso del tempo. Un esempio è Calle Scopici, che tutti conoscono come ‘Calle del Foghero’. Questi nomi non hanno sempre una spiegazione immediata, ma sono il risultato delle storie e delle tradizioni che si sono accumulate nel tempo. Alcune calli, infatti, prendono il nome dalle attività che vi si svolgevano, come nel caso di Calle Galia. Questo nome richiama una nave da guerra, la ‘Galea’, che un tempo era ormeggiata proprio lì, un dettaglio che ci riporta a un passato nobile della nostra città.

Ci sono altre calli che portano nomi che non rispecchiano la loro vera storia?

“Sì, un caso molto interessante riguarda Calle Palazzo e Calle Madonna, che sono chiamate così erroneamente. In realtà, questi nomi sono stati ufficialmente attribuiti solo dopo l'Unità d'Italia, un cambiamento che ha portato alla modifica di molti toponimi. Gli originali, però, sono legati a storie più antiche e spesso più significative. La gente, però, ha una memoria più lunga e conserva ancora i vecchi nomi, che sono spesso più radicati nella tradizione popolare. Questo dimostra come la nostra memoria collettiva abbia un legame profondo con la storia che spesso sfugge a chi non conosce le origini di questi luoghi”.

Parlando del progetto "Chioggia Pedia", come contribuisce a far conoscere la città ai visitatori e ai cittadini?

“’Chioggia Pedia’ è un'enciclopedia libera che ha l'obiettivo di raccontare la nostra città nel modo più accurato possibile. Pubblico e aggiorno costantemente le pagine che parlano di Chioggia, cercando di preservare e diffondere la sua storia. A volte, le persone che visitano Chioggia non conoscono a fondo la sua cultura e le sue tradizioni, e quindi il mio progetto cerca di essere un punto di riferimento per chiunque voglia scoprire la città in maniera più approfondita. Però, il mio desiderio è che anche i chioggiotti stessi possano riscoprire la loro città attraverso queste pagine. È fondamentale che i residenti conoscano la propria storia, le proprie radici, per essere consapevoli del patrimonio che possiedono”.

Che tipo di risposta ha ricevuto da parte dei cittadini di Chioggia riguardo al suo lavoro?

“Una risposta molto positiva, soprattutto da parte di persone che hanno riscoperto luoghi e storie che non conoscevano. Spesso le persone mi chiedono informazioni su targhe, monumenti o edifici storici che si trovano in città, e questo mi fa capire che c'è un interesse crescente nel conoscere meglio la propria città. Un aspetto che mi piace molto è che, grazie a ‘ChioggiaPedia’, riesco a creare una connessione tra le generazioni. Quando organizziamo tour o passeggiate per le calli della città, vedo sempre molta partecipazione, e questo è un segno che la gente comincia a riscoprire e ad amare ancora di più Chioggia”.

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