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DAL CENTRO
29.03.2025 - 13:52
SOTTOMARINA – A riva Lusenzo alcune case hanno microporzioni di proprietà del Demanio: alle famiglie cartelle di pagamento anche da 80mila euro. La situazione è a dir poco paradossale e coinvolge pochissime abitazioni di Riva Lusenzo: in tutto una trentina di famiglie.
Pochissime perché, nel 2020, la Legge 17 ha permesso di sanare la situazione di quasi tutte le abitazioni della zona che sono passate dal Demanio Marittimo al Patrimoniale ponendo fine ad ogni contenzioso e ad ogni richiesta di canoni. Un problema che ha origine addirittura negli anni ‘20, cioè ben 105 anni fa. Un vero e proprio buco amministrativo con tantissime famiglie chioggiotte che hanno regolarmente acquistato la propria abitazione in Riva Lusenzo non sapendo che il terreno fosse di proprietà del Demanio Marittimo.
Da qui la richiesta, da parte del Demanio, di canoni anche onerosi alle famiglie che si sono viste recapitare cartelle salatissime. La politica, alla fine, ha risolto il problema, con una legge ad hoc che ha sdemanializzato le aree. Una soluzione però che non ha salvato tutti. Una trentina di famiglie, infatti, si trova ad avere porzioni minime della loro abitazione che risultano ancora, formalmente, del Demanio Marittimo. Una dimenticanza che si traduce in una situazione di stallo giuridico: le proprietà sono regolari sotto ogni altro aspetto, ma non possono essere né regolarizzate né vendute, in attesa di una modifica normativa. E tutto questo nonostante l’iter del DDL 484, avviato due anni fa in Commissione Finanze al Senato, fosse stato proprio pensato per risolvere questo tipo di anomalie. Da mesi però tutto è fermo, in attesa di una relazione tecnica mai pervenuta. Nel frattempo le famiglie di Chioggia in difficoltà si sono gemellate con quelle di “Falconera” di Caorle e chiedono l’approvazione del Ddl 484. A Falconera di Caorle la situazione è ancora più drammatica: sette famiglie hanno già ricevuto cartelle esattoriali con richieste di pagamento tra 70 e 80 mila euro per presunti canoni arretrati di occupazione di suolo demaniale, nonostante le recenti sentenze abbiano escluso la natura demaniale dell’area. E altre trenta famiglie sono in attesa di ricevere la stessa sorte. La comunità è esausta, e molti residenti, con i propri legali, stanno valutando la possibilità di non pagare e agire collettivamente. “È un’ingiustizia che grida vendetta – afferma Rudi Brichese, portavoce dei residenti di Falconera – perché gli importi richiesti per il riscatto sono già noti, le sentenze già pronunciate, eppure tutto è bloccato. Nel frattempo, le famiglie vivono nella totale incertezza”.
In entrambi i casi, l’approvazione del DDL 484 potrebbe finalmente riconoscere il diritto alla sdemanializzazione, sanare un vuoto normativo e restituire serenità alle molte famiglie di Chioggia e Caorle-Falconera. Anche una recente sentenza del Tar ha sollevato dubbi sulla reale natura marittima delle aree, rafforzando l’urgenza di una soluzione politica definitiva. “Non è accettabile – conclude Brichese – che tutti riconoscano l’urgenza della questione e poi nulla si muova. Chi di dovere intervenga subito, prima che il danno diventi irreparabile. Siamo stanchi di promesse e rinvii. Serve un atto concreto, ora”. L’auspicio è che il Parlamento segua l’esempio del passato, approvando all’unanimità il DDL 484, come già avvenuto con il DDL 1149 trasformato nella Legge n. 17/2020.
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