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IL CASO

San Felice, scoppia la polemica abbattuti dei Tamerici storici

Il comitato per il recupero del Forte denuncia l’eliminazione delle ultime dune

San Felice, scoppia la polemica abbattuti dei Tamerici storici

“Una tabula rasa inaccettabile” e monta la protesta attraverso i social

SOTTOMARINA - Oasi San Felice: ancora polemiche, abbattuti dei Tamerici storici per fare un parcheggio? Ancora una volta il comitato per il recupero del Forte ha pubblicato, sul proprio profilo Facebook ufficiale alcune foto che lanciano, per l’ennesima volta, l’allarme su quanto sta accadendo nell’area. Insomma, le rassicurazioni fatte da chi si sta occupando dei lavori, il Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche, non sono bastate e l’allarme rimane alto. “Abbiamo visto nei social – spiega il presidente del Comitato Erminio Boscolo Bibi - foto, con commenti di cittadini arrabbiati, di spianamenti come quelli che si fanno in spiaggia in preparazione della stagione balneare. Siamo andati a verificare: così proprio di fianco all’ingresso del cantiere del Mose abbiamo visto una bella spianata di sabbia con l’eliminazione a raso dell’ultimo tratto della duna lungo la strada.

Addetti al lavoro ci hanno parlato di preparazione del sedime di previsti parcheggi per bici e auto. Sono stati divelti dalle radici altri Tamerici, tristemente accatastati a lato. Fino a domenica scorsa erano ancora in piedi. Come noi molti avevano considerato incomprensibile l’abbattimento degli storici tamerici su tutta la duna. Dopo le accorate critiche espresse durante la commissione consiliare ci eravamo illusi di un qualche ripensamento, che fosse possibile un qualche adattamento del progetto per salvare, magari con adeguate potature, le piante storiche rimaste. Pare invece più facile fare tabula rasa, e magari poi ricostruire”.

Il Comitato da tempo ha chiesto al Comune gli elaborati del progetto con le autorizzazioni ricevute e le eventuali prescrizioni: “Al momento nessun riscontro – conclude Bibi - Come pure non ha avuto finora riscontro la richiesta fatta fin dall’inizio di dicembre dell’installazione di cartelli informativi per i cittadini”. A inizio aprile si era tenuta una commissione consiliare a cui avevano partecipato anche i tecnici, gli agronomi e gli ingegneri coinvolti nella riqualificazione dell’oasi. Nella zona era stato fatto anche un sopralluogo a cui avevano partecipato i consiglieri comunali. “Poche piante abbattute e migliaia di nuove piantate, restituiremo un’area verde alla città in cui prima era anche impossibile avvicinarsi per via delle specie infestanti presenti”, era stato il messaggio lanciato che però non convince il presidente Bibi e i cittadini.

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