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LO STUDIO

Una barriera naturale contro il sale

Nel sito di Punta Gorzone è stato individuato un importante strato geologico

Una barriera naturale contro il sale

CHIOGGIA – Trovato a Chioggia l’Acquitard: preserva la risorsa idrica dalla contaminazione salina. Primi, promettenti risultati emergono dal progetto Swamrisk (Subsurface Water monitoring and Management to prevent drought risk in coastal systems), iniziativa finanziata dal programma Interreg Italia-Croazia 2021-2027 (oltre 2 milioni di euro investiti) per migliorare la conoscenza dell'impatto dei cambiamenti climatici sul sistema acquifero della fascia costiera, concentrandosi principalmente su tre ecosistemi: la Laguna di Venezia, il delta dei fiumi Po e Neretva.

Particolare attenzione è dedicata ai "super-siti" monitorati nell'area di competenza del consorzio di bonifica Adige Euganeo: uno è ubicato nel bacino di Buoro a Cavarzere, l’altro a Punta Gorzone a Chioggia e proprio qui sono state acquisite informazioni di rilievo per comprendere e contrastare la progressiva salinizzazione dei suoli. I carotaggi effettuati durante la perforazione di due nuovi pozzi a Chioggia (uno spinto fino a 12-15 metri di profondità, l'altro fino a 35 metri) hanno permesso di intercettare altrettanti distinti corpi idrici, separati da uno strato geologico, denominato "acquitard": uno spessore di oltre 10 metri composto da argille e limi compatti a bassa permeabilità.

Questi sedimenti – spiega il primo ricercatore del Consiglio nazionale ricerche (cnr) Sandra Donnici - formatisi in parte in ambiente marino e in parte durante fasi di emersione terrestre indicativamente tra 22mila e 10mila anni fa, fungono da barriera naturale tra le sabbie, che ospitano i due acquiferi. L'acquifero superiore si è rivelato fortemente interessato dall'intrusione salina, raggiungendo i 14 grammi per litro attorno ai 7 metri: un valore dannoso per le colture agricole. Il secondo e più profondo pozzo ha invece riservato una sorpresa positiva: tra i 28 e i 35 metri di profondità è stata individuata acqua dolce con una concentrazione salina di appena 1 grammo per litro: la presenza dell’ "acquitard" si è dimostrata decisiva nel preservare la risorsa idrica dalla contaminazione. Questa scoperta non era attesa e conferma tutta l'importanza del progetto SWAMrisk - commenta Luigi Tosi, Dirigente di Ricerca del Cnr - Questi piezometri hanno infatti lo scopo di identificare, se esistano ancora acquiferi non contaminati dal sale e come possano essere sfruttati, senza causare ulteriori problemi come il fenomeno della subsidenza od un'ulteriore intrusione salina negli strati inferiori a causa della depressione delle falde.

Il caso di Chioggia conferma la necessità di puntare sulla ricerca per individuare soluzioni di contrasto e adattamento alla crisi climatica, di cui la salinizzazione delle falde acquifere è una delle conseguenze – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) - Per questo, non solo sollecitiamo i consorzi di bonifica ad essere parte attiva in specifici progetti e ad attivare partnership con istituti specializzati od universitari, ma sosteniamo Acqua Campus, centro d’eccellenza internazionale nella sperimentazione irrigua con sede in Emilia Romagna, cui si è recentemente affiancata la giovane struttura del CeSpII in Veneto. Il progetto SWAMrisk proseguirà ora con l'installazione di permanenti centraline di rilevamento, che trasferiranno in tempo reale i dati raccolti, quali il livello, la salinità e la temperatura all'interno dei pozzi, consentendo di monitorare l'evoluzione del sistema acquifero nel lungo periodo.

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