Vedi tutte
cavarzere
10.07.2025 - 14:36
Il vicino comune di Cona tocca una percentuale dell’84,75%, grazie anche al passaggio alla Tari
CAVARZERE – Timidi, ma significativi, segnali positivi sul fronte della raccolta differenziata. Nel mese di maggio 2025, Cavarzere aveva registrato una percentuale di raccolta pari al 74,84%, in leggero aumento rispetto al 74,08% dell’anno precedente. Un trend che conferma un andamento virtuoso, anche se per nulla scontato, in un contesto di progressiva riduzione dei rifiuti indifferenziati. I dati mostrano una tenuta costante nel tempo: nel 2023 il dato era al 73,19%, nel 2022 al 73,66% e nel 2021 al 73,95%. Un miglioramento lento ma costante che sembra confermare come la cittadinanza stia dimostrando attenzione alle azioni quotidiane, anche grazie a un lavoro di sensibilizzazione e controllo che non si è mai fermato.
Ma se Cavarzere mostra segni di crescita, è il vicino comune di Cona a rappresentare un modello avanzato, con una raccolta differenziata che, a maggio 2025, aveva toccato l’84,75%, dopo il picco dell’85,62% nel 2024. Dati sempre superiori all’84% anche nei cinque anni precedenti. Un risultato ottenuto anche grazie al sistema Tarip, ovvero la tariffazione puntuale dei rifiuti, in vigore a Cona e che Cavarzere punta ad attivare da gennaio 2027.
Questi dati si inseriscono in un contesto più ampio, che vede il territorio veneziano all’avanguardia nella gestione dei rifiuti secondo i dati del bilancio 2024 di Veritas, gestore del servizio integrato di raccolta e trattamento rifiuti, dove emerge come la raccolta differenziata media superi il 72% nel territorio servito. Venezia si conferma tra le città più virtuose in Italia per comuni con più di 200mila abitanti, mentre oltre la metà dei Comuni rientrano nella fascia tra l’80% e il 90%, ben allineati con il Veneto, regione italiana più avanzata in questo settore.
Tra i progetti realizzati lo scorso anno la realizzazione di nuove isole ecologiche interrate, l’avvio della raccolta puntuale dei rifiuti, interventi negli impianti di trattamento attraverso la controllata Eco+Eco, e campagne di educazione ambientale che hanno coinvolto oltre 13mila studenti. Nonostante i progressi, il Veneto deve fare però i conti con un fenomeno preoccupante: l’illegalità ambientale. Secondo i dati di Legambiente la regione registra una presenza costante di ecomafia e corruzione ambientale.
La provincia di Venezia spicca nel contesto regionale, posizionandosi al dodicesimo posto nella classifica nazionale delle province italiane con più reati ambientali nel 2024, con 585 reati e 1009 illeciti accertati, superando Lecce, Ancona e Palermo. Nel ciclo dei rifiuti il Veneto si colloca al tredicesimo posto a livello nazionale, con 363 reati, 362 persone denunciate e 81 sequestri su 7.591 controlli effettuati. Solo la provincia di Venezia conta 109 reati, pari a circa il 60% del totale regionale. Un dato che pone un’ombra importante sul percorso virtuoso della raccolta differenziata e richiede un’attenzione costante delle istituzioni e della cittadinanza.
Il tema dei rifiuti, negli ultimi giorni, era tornato sotto i riflettori soprattutto dopo l’arrivo delle notifiche di pagamento per la Tari 2025, aumentate rispetto all’anno precedente. Durante l’ultimo consiglio comunale di fine giugno, la maggioranza aveva approvato la delibera che ridefinisce le scadenze del tributo, recependo le nuove indicazioni dell’autorità nazionale Arera e introducendo una novità che da mesi continua a far discutere a livello nazionale: il bonus sociale per i rifiuti. Da quest’anno infatti, chi ha un Isee inferiore a 9.350 euro – elevato a 20mila euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico – potrà usufruire di una riduzione del 25% sulla Tari. Un provvedimento nazionale, pensato per tutelare le fasce più fragili, ma che viene finanziato da tutti: 6 euro per ogni utenza, domestica e non, come previsto da una componente perequativa denominata Ur3a. Durante la discussione in aula, il consigliere di minoranza Andrea Fumana aveva sollevato perplessità chiedendo se fosse corretto far pagare anche a chi poi riceverà il bonus e se quei soldi siano davvero sufficienti per coprire le agevolazioni previste. A rispondere era stato l’assessore all’ambiente Marco Grandi, che aveva chiarito: “I sei euro sono obbligatori per tutte le utenze, ma chi avrà diritto al bonus riceverà un rimborso compensativo. La cifra raccolta – circa 41.600 euro – sarà gestita dalla Csea, che provvederà a redistribuirla secondo criteri nazionali. Siamo in una fase di assestamento: aspettiamo le linee operative da Arera per chiarire ogni dettaglio”.
La nuova disciplina prevede anche il superamento della precedente agevolazione comunale del 10% per i nuclei con Isee fino a 12mila euro. “La misura comunale è stata assorbita dal nuovo bonus nazionale – precisa Grandi – che garantisce uno sconto più consistente e parametrato alle reali condizioni economiche delle famiglie”. Confermate infine le nuove scadenze per il pagamento della Tari: prima rata (o unica soluzione) il 30 giugno, seconda il 15 settembre, terza il 15 novembre. Alla tariffa si aggiunge anche la componente provinciale del 5% e altre due voci perequative la Ur1a per la copertura dei costi legati ai rifiuti accidentalmente pescati o volontariamente raccolti, e Ur2 per agevolazioni relative a eventi eccezionali e calamitosi.
```
©2024 CHIOGGIA NOTIZIE - P. Iva 01463600294 - Tutti i diritti riservati.
Email: redazione@chioggianotizie.it | Credits: www.colorser.it