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IL CASO

Vergilius, Atlvelox attacca

L’associazione: “Nessuna omologazione, annunci ingannevoli”

Vergilius, Atlvelox attacca

Il ponte translagunare della Romea

CHIOGGIA – L’associazione AltVelox (“Associazione nazionale tutela utenti della strada”) attacca il sindaco Mauro Armelao sull’arrivo del sistema Vergilius che dovrebbe essere installato sul ponte translagunare con due portali che controllerebbero la velocità delle auto.

“Abbiamo fatto un accesso agli atti – spiega l’associazione con un lungo post sul proprio profilo Facebook ufficiale – e non esiste alcun progetto oggi approvato né documentazione tecnica di installazione. Una comunicazione mediatica senza fondamenta che confonde i cittadini e svuota la serietà istituzionale”.

L’associazione fa anche notare che il dispositivo non è omologato: “Affermarlo è una circostanza di estrema gravità, perché equivale a confondere i cittadini su un punto decisivo di diritto. L’omologazione è un atto ministeriale formale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che conferisce al dispositivo valore legale di prova ex art. 45 Codice della Strada e art. 192 regolamento di esecuzione; l’approvazione tecnica, invece, è cosa ben diversa e non può sostituirla. Dichiarare omologato ciò che è soltanto approvato significa attribuire a un apparecchio un’efficacia che non possiede, con il rischio di generare verbali nulli e responsabilità dirette per falso ideologico e induzione in errore, obbligando la denuncia querela per falso”.

Proprio in base a questo l’associazione ha deciso di muoversi: “Abbiamo ritenuto doveroso agire immediatamente e trasmettere un accesso agli atti in tempo reale, chiedendo copia del decreto ministeriale di omologazione che il Sindaco ha evocato, nonché i progetti tecnici di installazione, le autorizzazioni del Prefetto di Venezia, le autorizzazioni della Città Metropolitana di Venezia, e tutta la documentazione tecnica e legale obbligatoria per poter legittimamente installare un simile strumento elettronico destinato a sanzionare i cittadini. La verità è che nessuno di questi atti esiste.

Dichiarare “omologato” un sistema che non lo è equivale a costruire un castello di sabbia giuridico e mediatico, senza basi normative e senza validità probatoria. È un comportamento che mina la fiducia nella legalità e che dimostra come, ancora una volta, la politica locale usi la parola “sicurezza” come bandiera propagandistica, mentre la legge resta disattesa. Le parole utilizzate non lasciavano dubbi, si parlava di un passo decisivo per la sicurezza stradale e di collaborazione istituzionale tra Comune, Regione Veneto, Anas e Ministero delle Infrastrutture”.

L’associazione conclude invitando la politica a non fare annunci che poi vengono prontamente sempre smentiti: “Creano una falsa percezione di sicurezza e una rappresentazione ingannevole dell’azione amministrativa, servono più a rafforzare l’immagine politica di efficienza che a informare correttamente la cittadinanza, si alimenta così la propaganda, si svilisce il principio di legalità e si mette in secondo piano il rispetto della correttezza amministrativa. L’unico modo serio di procedere sarebbe stato quello di avviare un iter regolare con studio di fattibilità, progettazione, approvazione in giunta o consiglio, autorizzazione prefettizia essenziale e deposito della documentazione ministeriale di omologazione, solo dopo questi passaggi si sarebbe potuto comunicare l’imminente attivazione del sistema, ogni anticipazione mediatica prima di tali adempimenti è fuorviante e lesiva della fiducia dei cittadini”.

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