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cavarzere
18.04.2023 - 13:00
CAVARZERE - La crisi climatica continua a sfidare il settore agricolo, ma gli operatori non si arrendono e cercano risposte efficaci per contrastarla. E’ il caso del Consorzio Agrario locale, che in questi mesi sta testando nuovi tipi di semine e prodotti, per trovare soluzioni e non perdere i raccolti. “L’anno precedente è stato complesso e difficile - spiega Francesco Fontolan, responsabile tecnico del Consorzio Agrario di Cavarzere -. Le produzioni di mais sono state molto basse e noi stessi non siamo riusciti a riempire i magazzini, molto prodotto è andato distrutto o addirittura non raccolto, un danno enorme per una zona come Cavarzere che normalmente ne produce molto”. Ma le temperature alte hanno creato anche problemi di aflatossine portando ad un deprezzamento del prodotto perché inutilizzabile. “La conseguenza è stata un aumento della superficie coltivata a grano del 20% - conferma Fontolan -, perché è un tipo di coltura che viene seminata a novembre e raccolta entro giugno, quindi evita il periodo più critico, come quello estivo con alte temperature. Attualmente gli agricoltori stanno seminando minor superfici a mais, il 15-20% in meno. Solo le aziende più attrezzate a livello irrigazione hanno proseguito con le normali superfici. Oggi si cerca di puntare su varietà più rustiche con un ciclo più breve, quindi precoci, che tendono a limitare i danni con un periodo culturale più corto. Aumentano anche le superifici a soia, perchè pianta che ha meno esigenze idriche”. E l’allarme siccità è già scattato, anche per il fiume Adige. “Questa settimana ha piovuto un po’ e questo ha permesso al mais di nascere - aggiunge - ma se prosegue la scarsità di precipitazioni la situazione sarà critica anche quest’anno. Le culture primaverili non avranno problemi ma a rischio saranno i secondi raccolti di soia”. Ma, come è nello spirito del settore, non ci si arrende e si cercano soluzioni che permettano di riuscire a lavorare. “Ci sono diversi progetti in atto - afferma -. Il Consorzio sta lavorando su alcuni campi prova, qui a Cavarzere, dove vengono seminate e testate varietà diverse di mais, fornite da diverse ditte produttive. Nei campi prova si testa quindi la resistenza della pianta allo stress, tra cui proprio la siccità. In base ai dati raccolti dai campi prova si cerca quindi di indirizzare l’agricoltore verso quel tipo specifico di prodotto. Nei campi prova si testano piante ma anche tipologie di concimi diversi, che possono avvantaggiare la pianta nel crescere più velocemente, evitando quindi i periodi più siccitosi”. Ma i progetti includono anche nuove culture, più adatte al nuovo clima. “Siamo nelle fasi iniziali ma si inizia a parlare di culture di girasole e sorgo - prosegue Fontolan -, culture che normalmente vengono fatte in zone marginali più siccitose, come ad esempio le Marche. Qualche agricoltore ha già iniziato a seminare queste tipologie già dall’anno scorso”. Infine la guerra ad un altro nemico e incubo di produttori, stoccatori e trasformatori, le aflatossine. “Ci sono progetti legati ad un nuovo prodotto, l’Afx1, - specifica -, che riduce significativamente la loro presenza nella granella”. La speranza, quindi, è che queste azioni, combinate ad un clima più mite, possano permettere al settore di recuperare gli ingenti danni subiti l’anno precedente. Danni aumentati anche dall’esplosione dei prezzi dei carburanti e dei fertilizzanti, che avevano visto numeri mai registrati prima. “I prezzi dei concimi l’anno scorso erano andati alle stelle -conclude il tecnico -. Oggi i costi del carburante e dei concimi sono scesi, ma in compenso i prezzi dei prodotti agricoli, come ad esempio il grano stanno crollando”.
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