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Cavarzere
07.05.2023 - 16:19
Fabrizio Zulian, presidente dell’Università Popolare di Cavarzere
CAVARZERE - Ultima lezione dell’anno per l’Università Popolare di Cavarzere che si è radunata in sala convegni di Palazzo Danielato per parlare di futuro. Non del futuro dell’Università Popolare che, come il presente, è più roseo che mai, nonostante un anno tribolato ma concluso con un riconoscimento davvero importante: il premio San Marco.
Per l’ultima lezione dell’anno, infatti, la professoressa Annamaria Cerbone, socio dell’Università Popolare, ha parlato di metaverso, introducendo un tema tanto interessante quanto sconosciuto. A introdurla il presidente Fabrizio Zulian, che ha sottolineato, appunto, le difficoltà di questo anno accademico dell’Unipop cavarzerana, specie nei primi mesi ancora condizionati dal Covid e dalle sue ultime conseguenze.
Ma alla fine le lezioni si sono tenute, come del resto le uscite in gruppo, e alla fine il coronamento del Premio San Marco, ritirato a Palazzo Ducale a Venezia il 25 aprile, il giorno di San Marco appunto. “Dobbiamo ringraziare il sindaco Pierfrancesco Munari e l’intera amministrazione comunale che, all’unanimità, ha deciso di indicare l’Università Popolare di Cavarzere per il servizio che ha dato e continua a dare alla popolazione - ha commentato Zulian - e questo ci rende orgogliosi e fa capire quanto sia cresciuta l’Università Popolare in questi anni”.
La parola è quindi passata alla professoressa Cerbone per la lezione vera e propria, dal titolo “Dalla metafisica al metaverso”. “E’ un tema che non si può certo esaurire in una lezione, e per il quale servono interventi di esperti di vari settori - ha sottolineato - metaverso è un mondo virtuale, partito dai videogiochi e diventato, attraverso i computer, un sistema attivo sempre, 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno, dove alle azioni di chi interagisce corrispondono delle reazioni in questo mondo virtuale”. “Metaverso - ha proseguito - che si differenzia da universo, ovvero quello che noi intendiamo come il tutto. Un termine coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk ‘Snow crash’, del 1992, per indicare questo spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso personalizzati avatar”.
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