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L’INCONTRO

“Esempio positivo per i giovani”

Il messaggio di Franzoso che lancia di proposta di intitolare una strada ad Alessandro Stoppato

“Esempio positivo per i giovani”

CAVARZERE - “Che cosa insegna Matteotti ai giovani di oggi?” è la domanda di uno studente. “E’ un esempio positivo – risponde Andrea Franzoso –. I giovani d’oggi hanno bisogno di esempi positivi, educatori credibili, persone che siano coerenti tra il dire e il fare, persone coraggiose che sappiano mettere gli ideali davanti agli interessi personali, persone che sappiamo portare avanti il proprio impegno in politica, ma non solo, con serietà, professionalità e competenza”. E’ questo il messaggio che emerge dall’incontro di ieri al teatro Tullio Serafin di Cavarzere, quasi gremito, metà studenti dell’istituto Guglielmo Marconi, metà cittadinanza, compresi molti amici d’infanzia di Andrea e qualche ex compagno di scuola.

In sala anche Fanny Quagliato docente di lettere alle medie e alle superiori che ha avuto tra i suoi allievi anche Andrea: visto come parla e scrive quest’ultimo, si può ben dire che è stata una brava insegnante. E ieri mattina si è presa la soddisfazione di farsi autografare l’ultimo libro: “Lo chiamavano Tempesta – Storia di Giacomo Matteotti che sfidò il fascismo” edito da DeAgostini. Al termine è salito sul palco il nipotino Riccardo al quale è dedicato il libro assieme ai nonni Anna e Leonardo. L’incontro è stato aperto dal saluto dell’assessore Ilaria Tumiatti che nel ringraziare il concittadino si è detta “orgogliosa perché porta il nome di Cavarzere in giro per l’Italia e per il mondo”. L’assessore ha raccolto la proposta di Franzoso: intitolare una strada ad Alessandro Stoppato, cavarzerano, illustre giurista, professore dell’Università di Bologna con il quale Giacomo si laureò con una tesi sulla “Recidiva”, triste fenomeno che vede molte persone tornare a delinquere anche dopo aver scontato la pena.

L’autore ha dialogato con Nicla Sguotti, scrittrice e giornalista, che ha toccato le parti principali del libro. Iniziando proprio con l’aspetto più caratteristico del volume, ovvero l’intima umanità di Matteotti forte e deciso in politica ma non aveva timore di riconoscere le proprie fragilità. Così Andrea ha letto la lettera particolarmente toccante di Giacomo a Veglia alla vigilia del matrimonio in cui si diceva pronto a fare un passo indietro perché troppo diversi: lui ateo, sia pure non anticlericale, lei profondamente cattolica. Altrettanto toccante l’immediata risposta della futura moglie che in queste sincere titubanze riconosce la grandezza dell’uomo. Così si sposano in Campidoglio con rito civile. Quindi si è parlato di politica, scuola, lotte sindacali fino all’avvento del fascismo e a quel drammatico 10 giugno 1924 con il barbaro assassinio. “E’ un libro scritto per ragazzi e giovani – ricorda Franzoso – ma sono certo che, come per gli altri, sarà letto anche da molti genitori e adulti. Mi auguro che li aiuti a conoscere questo martire poco studiato, ma rappresenta un pilastro della nostra democrazia, così pure ad appassionarsi alla storia perché noi italiani tendiamo a dimenticare facilmente ed oggi gossip e intrattenimento prevalgono su idee e cultura”. Franzoso ha pure invitato i giovani a visitare Fratta Polesine e la casa museo di Matteotti evidenziando che “quel piccolo paese polesano ha dato all’Italia i primi martiri del Risorgimento e il primo martire del fascismo”.

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