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20.06.2024 - 17:05
CAVARZERE – “Confesso che mi sono emozionato, tutti bravi, complimenti, anche alla regista”: le prime e uniche parole di Andrea Franzoso al termine dello spettacolo teatrale “Ero un bullo” tratto dal proprio libro omonimo. Lo scrittore e opinionista di origini cavarzerane ha partecipato l’altra sera alla prima nazionale della pièce nel teatro san Michele a Verona che ha visto protagonisti sul palco Lorenzo Feltrin (interprete di Daniel, ndr), Giulia Lacorte ed Enrico Ferrari per la regia di Lucia Messina; tecnico audio-luci Riccardo Carbone e scenografia di Federico Balestro. L’opera è stata realizzata dalla fondazione Aida in collaborazione con il comune scaligero.
Nell’arco di un’ora, grazie a una scenografia molto efficace, a un ritmo incalzante, ad attori eccellenti nel trasmettere pienamente il pathos della storia, si sono succede le dolorose vicende dell’ex “boss” di Quarto Oggiaro, oggi 32enne laureato, educatore e animatore nella comunità Kayròs. Lo stesso Daniel Zaccaro, protagonista della vicenda prima raccontata nel libro e ora approdata sul palcoscenico, era presente l’altra sera: seduto in prima fila, quasi impietrito nel rivedere il film della propria vita. La sua emozione è stata palpabile alla fine quando è stato invitato a parlare e si è visto tutto il suo comprensibilissimo imbarazzo. Tuttavia ha “molto apprezzato lo spettacolo” complimentandosi “con gli attori che sono stati veramente bravi” e si è detto “contento nel veder presenti tanti ragazzini e giovani”.
In effetti la maggioranza dei 400 posti era occupata da under 18, molti dei quali accompagnati dai propri genitori. “Questo è un bel segnale, la più bella risposta – commenta Andrea Franzoso – Il libro e questa opera teatrale sono rivolti principalmente a loro affinché possano prendere coscienza e consapevolezza che tutti possiamo sbagliare nella vita, ma il copione della propria vita non è mai scritto una volta per tutte, c’è sempre la possibilità di cambiarlo. Come fare? Prima di tutto rendersi conto di essere sulla strada sbagliata, in secondo luogo affidarsi a persone che cercano di aiutarti. Ecco perché libro e spettacolo sono rivolti anche a genitori, insegnanti, educatori e tutti coloro che direttamente o indirettamente contribuiscono alla crescita e formazione dei ragazzi”.
Tanti i soggetti che hanno contributo all’opera, perché al di là del valore artistico e culturale, indubbiamente eccellente, c’è un forte messaggio umano, sociale e pedagogico. “E’ un’opera corale – ha ricordato Meri Malaguti, direttrice della fondazione Aida – Oltre all’impegno diretto di regista, attori e tecnici, insieme alla preziosa collaborazione di Andrea, va ricordato l’impegno del comune di Verona (presente l’altra sera con Elisa La Paglia, assessora alle politiche educative e scolastiche, ndr) quindi la casa editrice DeAgostini, la parrocchia e l’azienda sanitaria veronese”. Adesso lo spettacolo si prepara a un tour in giro per l’Italia, sperando che possa fare tappa anche a Cavarzere e in Polesine.
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