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IL COMMENTO
04.10.2024 - 11:38
Un impianto a biometano
CAVARZERE - Conversione dell’impianto di biogas, interviene anche il Comitato Ambiente e Sviluppo Cavarzere. "L'impianto è più grande di quello proposto a Ca’ Venier, ma all'improvviso ai cittadini vengono dati meno di 6 giorni di preavviso prima che la CdS ne confermi l'approvazione - scrivono -. Stupisce apprendere l’ annuncio di un'unica riunione il 3 ottobre ma soprattutto di una riunione finale del CdS programmata solo 6 giorni dopo, il 9 ottobre: se l'amministrazione non si dovesse opporre si approverà immediatamente il progetto da realizzare con poca voce in capitolo e poche tutele non solo per gli abitanti di Revoltante e San Pietro ma anche per le altre comunità svantaggiate dal progetto tra cui Boscochiaro, Villaggio Busonera e ovviamente per lo lo stesso capoluogo Cavarzere. La cittadinanza si trova a dover fronteggiareun progetto in stato di avanzamento che sta per essere approvato”. Il comitato spiega di star esaminando la documentazione del progetto rilasciata dal Comune il 30 settembre. “Dopo che era stata presentata una richiesta formale di accesso agli atti il 2 settembre 2024 - sottolineano -. I cittadini hanno molte domande sui rischi, i costi e i pericoli del progetto sia a breve che a lungo termine e non sono stati informarti in tempo dai proponenti o dall’amministrazione. Per questo si sta pianificando di tenere una propria assemblea cittadina a San Pietro la sera del 9 ottobre, lo stesso giorno in cui si terrà la riunione del CdS per decidere sull'approvazione e l'autorizzazione del progetto”. Il Comitato teme che il progetto di Ca' Venier, recentemente bloccato, possa essere stato una sorta di “Cavallo di Troia”. Secondo il CAeS, il blocco del progetto a Ca’ Venier ha dato l'illusione di una vittoria per la comunità, solo per far emergere subito dopo un piano ancora più grande e impattante a Revoltante, distante solo pochi chilometri. “La posizione del CAeS contro gli impianti di biometano è dovuta a molti fattori che includono il degrado dei valori immobiliari, della qualità della vita, dell'ambiente e della sicurezza per residenti, lavoratori, aziende e proprietari immobiliari nei territori in cui è consentito l'insediamento di grandi impianti di biometano - concludono - e non apportano alcun beneficio alle comunità ospitanti. La comunità di Revoltante, San Pietro e zone limitrofe dovrebbe essere protetta da questi pericoli come lo è stata quella di Ca’ Venier e del centro di Cavarzere. I proponenti del progetto sono la Società Agricola Martinelle Energia srl controllata da Enerfarm che possiede una serie di società intestatarie: ma cosa sappiamo di queste società? Quali garanzie abbiamo? Sembra inoltre di capire che Enerfarm è controllata al 100% da una holding che a sua volta è controllata da una società con sede in Lussemburgo. Tutte queste parti sono intenzionate a trarre profitto da massicci sussidi per costruire oltre 600 impianti di biometano in tutta Italia utilizzando fondi Pnrr che non sono fondi perduti, ma prestiti al governo italiano con penali e interessi dall'UE che dovranno essere rimborsati dai contribuenti italiani a partire dal 2028”.
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