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L’INTERVENTO

Baldin (M5S): "Il ‘comitato per il no’ al biometano non è sufficiente”

La consigliere regionale dice la sua sulla questione che interessa la città di Cavarzere

“Ponte sul Brenta a Chioggia, Regione disinteressata alla ciclopedonale”

Erika Baldini

CAVARZERE - “Ancora uno scellerato caso di autorizzazioni pericolose concesse a pochi metri dalle abitazioni: il ‘comitato per il no’ non è sufficiente, occorrono atti amministrativi formali e sostanziali, efficaci, pubblici e trasparenti per opporsi al progetto, muovendosi nelle pieghe di leggi e regolamenti”. È la consigliera regionale Erika Baldin a prendere la parola in merito all’installazione dell’impianto a biometano, decretata dalla conferenza dei servizi dello scorso 4 maggio, una decisione alla quale il sindaco Pierfrancesco Munari e l’Ulss 3 si sono del tutto opposti.

La considera Baldin però parla di “nuove ombre” in merito alla questione: “La relazione che l’Ulss 3 Serenissima ha consegnato lo scorso 13 maggio al Comune di Cavarzere, resa nota solo negli ultimi giorni, getta nuove preoccupazioni attorno all’impianto di produzione di energia da biogas che l’impresa ‘Cavarzere Green Energy’ di Bovolone ha progettato nella zona di Ca’ Venier”.

Le osservazioni dell’autorità sanitaria, infatti, parlano della scelta di ubicazione “non eseguita secondo criteri localizzativi precauzionali”, e spiega anche che la “situazione olfattometrica preesistente è superiore al valore di concentrazione per il quale una fonte odorigena è ritenuta significativa”, e che quindi la situazione è già ampiamente influenzata da fonti locali presenti, ipotizzando una maggiore ricaduta di odori sgradevoli; e ancora, visto l’utilizzo della “pollina” per l’alimentazione dell’impianto, l’Ulss 3 specifica che “dovrebbero essere adottate tutte le misure atte ad impedire fenomeni di diffusione di patologie quali l’influenza aviaria sia tra la fauna locale che tra la fauna migratoria”, data anche la vicinanza con la palude delle Marice e quindi il possibile impatto sulle specie faunistiche protette. Infine, secondo l’Ulss 3, la proposta dell’impianto, considerando dimensioni e impatto, metterebbe in crisi tutta la pianificazione urbanistica del Comune.

“Al sindaco di Cavarzere, che si dice pronto ad aderire un eventuale ‘comitato per il no’ - continua Baldin - rispondo che date le sue prerogative ciò non è sufficiente. Occorrono invece atti amministrativi formali e sostanziali, efficaci, pubblici e trasparenti per opporsi al progetto, muovendosi nelle pieghe di leggi e regolamenti. Non ultimo l’autotutela e la via legale, specie dopo il parere dell’Ulss 3 che suona come un avvertimento preventivo: non si dica poi che nessuno sapeva. E intanto urge prefigurare una corposa richiesta istituzionale di opere di compensazione - prosegue la consigliera regionale - Dopo il deposito di gpl a Chioggia, sminato dal governo Conte II con l’inserimento della clausola Unesco nel decreto agosto del 2020, ancora uno scellerato caso di autorizzazioni pericolose concesse a pochi metri dalle abitazioni, nel combinato disposto tra interessi privati che passano sopra a tutto e mano pubblica distratta, accondiscendente e timorosa di perdere posti di lavoro, pronta a barattare il diritto alla salute e al benessere della popolazione”.

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