Vedi tutte
Economia
16.07.2022 - 16:34
VENEZIA - Sono 9.575 le imprese venete che sono concretamente a rischio usura. Attività che attualmente danno lavoro a circa 33.500 addetti. Si tratta prevalentemente di imprese artigiane, esercenti-attività commerciali o piccoli imprenditori che sono “scivolati” nell’area dell’insolvenza e, conseguentemente, sono stati segnalati dagli intermediari finanziari alla centrale dei rischi della Banca d’Italia. Di fatto, questa “schedatura” preclude a queste attività di accedere a qualsiasi altro prestito. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.
A livello veneto, la situazione più critica si è registrata a Padova: al 31 marzo scorso le imprese segnalate erano 1.946. Seguono Vicenza con 1.913, Verona con 1.747, Treviso con 1.665, Venezia con 1.489, Rovigo con 562 e Belluno con 253. Rispetto allo stesso periodo del 2021, comunque, i dati sono in calo in tutte le nostre sette province.
Per i destinatari di questa misura è come se fossero stati condannati alla “morte civile”; chi è schedato alla centrale dei rischi praticamente non può più beneficiare di alcun altro aiuto economico dal sistema bancario, rischiando, molto più degli altri, di chiudere o, peggio ancora, di scivolare tra le braccia degli usurai.
Per evitare che questa criticità si diffonda, la Cgia continua a chiedere con forza il potenziamento delle risorse a disposizione del “Fondo di prevenzione dell’usura”. Strumento, quest’ultimo, in grado di costituire l’unico valido aiuto a chi si trova in questa situazione di vulnerabilità.
©2024 CHIOGGIA NOTIZIE - P. Iva 01463600294 - Tutti i diritti riservati.
Email: redazione@chioggianotizie.it | Credits: www.colorser.it