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Il PROGETTO

Mostra a cielo aperto in Romea

Manfrin: “E' una storia avvincente, legata a doppio filo col territorio”

Mostra a cielo aperto in Romea

CHIOGGIA - Centinaia di cartoline appese lungo la Romea per riscoprire le vicende di questa strada e del territorio attraversato.

E’ la nuova iniziativa intrapresa da Terry Manfrin e Riccardo Ciriello, gestori della pagina Piante309 su Facebook che vuole far conoscere la Statale sotto un’altra luce che non sia quella classica di “strada della morte” e “arteria tra le più pericolose d’Italia”. “Nel nostro viaggio lungo la strada Romea, durato 15 anni, abbiamo scoperto un territorio per molti aspetti inesplorato - Di sicuro di inesplorata è la storia della Romea - dice Terry Manfrin - Una storia avvincente, maliziosa, legata a doppio filo con il territorio attraversato. Una storia che non può restare chiusa nei cassetti, perché ci aiuta ad interpretare questo territorio e magari a leggerne il futuro“.

“Il nostro lavoro fotografico ci ha portato, ad un certo punto, a cercare la storia di questa strada. Per questo - dice Riccardo Ciriello - abbiamo prodotto delle cartoline con nozioni storiche, citazioni di viaggio e curiosità, lasciandole nei luoghi più sicuri e popolati della Romea. Tante cards che, come un puzzle, vanno a comporre la storia della Romea, dall’epoca etrusca alla sua costruzione del Novecento. Vogliamo dire agli “abitanti” di questa arteria che questa strada ha una storia bellissima ed avvincente, che non può essere sepolta dalle vicende della quotidianità”. Si racconta che la Romea sia di epoca romana. In realtà le radici storiche di questa strada sono anche più profonde. Quella che oggi è una importante arteria di traffico internazionale, nasce come un percorso da farsi a remi. Rimase via secondaria per secoli e anche nell’epoca dei pellegrinaggi medievali che le regalò il nome che porta tutt’oggi. Maggiore considerazione le venne riconosciuta in epoca Veneziana, quando la Serenissima governava fin alle porte di Ravenna.

La caduta della Serenissima nel 1979 riconsegnò nuovamente all’oblio della storia questa strada.

Sarà l’ingegnere chioggiotto Iginio Gallimberti, nel 1929, a lanciare l’idea del ripristino della strada Romea. I lavori furono prima interrotti a causa della seconda guerra mondiale, poi portati avanti a singhiozzo nel dopoguerra per la mancanza di risorse. I lavori iniziarono seriamente nel 1952, per concludersi nel 1970 con la costruzione del ponte sul Po di Goro a Mesola, per una spesa complessiva di 8 miliardi di lire. “Ma sarà la caduta del muro di Berlino nel 1989 – concludono Manfrin e Ciriello - ad aprire la frontiere con l’Europa dell’Est e disegnare la Romea come la conosciamo oggi”.

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