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Chioggia

Ipab "Casson" senza liquidità: l'allarme

La relazione del direttore sullo stato della casa di riposo e quei 55 posti letto ancora fermi

Ipab "Casson" senza liquidità: l'allarme

CHIOGGIA - Una situazione economica complicata a causa della pandemia e un futuro che dipende tutto dall’amministrazione Armelao. Lo stato in cui versa la casa di riposo “Casson” di Chioggia è stata oggetto, di recente, di una commissione consiliare dove aveva relazionato il direttore Antonio Rizzato. “La situazione economica è pesante – ha sottolineato – l’Ipab, nel 2019, ha chiuso il bilancio con un utile di 24mila euro, quindi praticamente in pareggio e quello è stato l’ultimo anno prima del Covid. Avevamo un fatturato di 7 milioni e mezzo. Poi è arrivata la pandemia e tutto si è complicato. Nel 2020 c’è stata la chiusura degli ingressi da parte dell’Ulss, siamo stati tra le prime Ipab coinvolte dal contagio con un cluster il 28 marzo che si è protratto fino a giugno. C’è stato il blocco del centro diurno già da febbraio e abbiamo chiuso con un milione e 100mila euro di fatturato in meno. Questo ha portato ad una perdita a bilancio, nel 2020, di 480mila euro, coperta con gli utili accantonati negli anni precedenti che l’ha fatta scendere a 150mila euro”.

Nel 2021 il fatturato è sceso di quasi 800mila euro in meno rispetto al 2019 - ha proseguito - l’anno era cominciato molto male con la terza ondata che si è protratta fino a primavera, ma grazie all’impegno di tutti, dai lavoratori dell’ente a quelli della cooperativa e ai sindacati, abbiamo fatto una manovra che ci ha permesso di chiudere con una perdita di 85mila euro. La Regione però ci chiede di rientrare dalle perdite e, poiché gli utili degli anni precedenti possono essere usati solo per migliorare i servizi, dobbiamo comunque rientrare di quasi 600mila euro”.

Un piano per i prossimi anni è già stato fatto: chiudere in pareggio 2022 e 2023 per poi tornare in attivo nel 2024 quando, si spera, si potranno aprire i nuovi 55 posti letto al momento ancora da costruire. Intanto però l’ente ha grossi problemi di liquidità. “A fine 2019 – continua Rizzato – in cassa c’erano 150mila euro. A fine 2021 l’Ipab ha dovuto aprire un fido con banca Intesa che ha concesso uno sforamento non superiore ai 500mila euro. Attualmente ogni mese abbiamo uno sforamento che oscilla tra i 150mila euro e i 200mila. Per evitare di sforare i 500mila euro abbiamo allungato i tempi i pagamento dei fornitori che sono passati da 30 a 90 giorni e ad oggi, noi dobbiamo ringraziare l’Ulss 3 Serenissima se riusciamo a pagare tutti gli stipendi perché ci anticipa i 20 giorni il pagamento delle fatture mensili. Abbiamo sospeso tutte le spese che non sono strettamente necessarie, comprese le manutenzioni straordinarie”. Ora sarà la nuova amministrazione Armelao, quando nominerà il nuovo consiglio di amministrazione, scegliere le giuste strategie per raddrizzare la barca.

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