Vedi tutte
L’IMPRESA
21.09.2022 - 06:58
Sandro Visintin, 35 anni
Operaio, presidente dell’associazione “Godiforte”: “Un’esperienza indimenticabile”
CAVARZERE - L’impresa in bici di un giovane cavarzerano. Sandro Visintin, ha percorso da solo con la sua amata bici parte della via Francigena da Cavarzere a Roma. Operaio metalmeccanico, 35enne e presidente dell’associazione ciclistica “Godiforte” è partito da Cavarzere lo scorso 3 settembre ed è arrivato a Roma il 9 settembre e il giorno seguente ha potuto fare il suo selfie con il passaporto del pellegrino.
Un viaggio in bicicletta in solitaria con destinazione piazza San Pietro a Roma. “Mi ha spinto la voglia di mettermi in gioco e di testare la mia mente e il mio corpo in queste situazioni così particolari – ha spiegato Sandro Visintin - Ho percorso il tragitto con la mia bicicletta che è un modello “Gravel” quindi adatta a strade sterrate”.
La via Francigena è parte di un fascio di percorsi, detti anche vie romee, che dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano nel Sud Europa fino a Roma proseguendo poi verso la Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terrasanta, meta di pellegrini e di crociati.
“L’ho presa a San Miniato e poi da lì ho proseguito fino a Roma –ha continuato Sandro-. È lo stesso percorso che fanno i pellegrini a piedi”. In tutto ha percorso ben 700 km in un totale di 7 giorni.
“Ho vissuto bene questa esperienza perché sono partito fisicamente abbastanza preparato poi anche gestire lo stress mentale di viaggiare da solo non è facile, ma devo dire che questo mi ha permesso di fare nuove conoscenze e di aprirmi al dialogo con anche con altre persone –ha raccontato Sandro-. Avevo tanto interesse e curiosità anche di aprirmi e conoscere le persone che decidono di intraprendere questo viaggio”.
Dopo tanti chilometri l’arrivo a San Pietro è stato il coronamento di una grande fatica. “Un arrivo non scontato perché la via Francigena fino a 2 km dalla città è complicata perché ti fa affrontare le colline intorno a Roma e scopri una realtà fatta non solo di cemento e macchine –ha concluso-. Alla fine del percorso c’è un ufficio al lato della basilica dove un funzionario mette l’ultimo timbro nel libretto e ti viene poi consegnato il passaporto del pellegrino che è scritto in latino. Sicuramente una volta terminato il percorso la soddisfazione è enorme. Ora ho delle sicurezze che prima non avevo e questo può essere uno stimolo per chi volesse intraprendere un tipo di turismo alternativo”.
©2024 CHIOGGIA NOTIZIE - P. Iva 01463600294 - Tutti i diritti riservati.
Email: redazione@chioggianotizie.it | Credits: www.colorser.it