Radicchio di Chioggia, una stagione da dimenticare

CHIOGGIA - Si prospetta un’annata amara per il radicchio tardivo di Chioggia Igp. Dopo venti giorni di raccolta e conferimento del prodotto, il primo bilancio di Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di Tutela Radicchio di Chioggia Igp e dell’ortomercato, non può che essere negativo tra costi di produzione sempre più elevati, prezzi non remunerativi, condizioni meteorologiche che hanno ostacolato la buona riuscita dei trapianti e quindi comportato una riduzione delle rese (solitamente pari a 300 quintali) del 40%. Lo riferisce "Italfruit.net", un media del settore. 

“I volumi conferiti dal 24 agosto, quando è iniziata la raccolta, a oggi in mercato evidenziano un calo importante di volumi. Parliamo di un 40% in meno – spiega a Boscolo Palo - dovuto alle condizioni climatiche di estrema siccità che a luglio ci hanno colpito. L’irrigazione è stata particolarmente difficile, perché siamo vicini a due fiumi e in entrambi è risalito il cuneo salino quindi l’idrovora non ha potuto prelevare acqua dall’Adige. Problema che poteva essere risolto se fosse stato realizzato l’impianto di sbarramento del cuneo finanziato dal ministero dell’Agricoltura ancora 15 anni fa e di cui non è ancora stato aperto nemmeno il cantiere”. 

È così che i trapianti hanno subito un rallentamento: “Una volta risolto il problema del cuneo salino - continua il presidente - le temperature alte di agosto hanno comportato una perdita di rese produttive e dove la pianta è andata in stress e il cespo non si è chiuso bene i produttori hanno fresato la produzione perché non si sarebbe potuta commercializzare”.

Non tira buona aria nemmeno per i consumi. “Le tasche dei consumatori sono vuote, fanno quindi meno acquisti ma più mirati. Con le rese inferiori il prezzo all’origine dovrebbe essere più alto, ma i consumi sono ridotti e non c’è una forte domanda che spinge i commercianti ad acquistarlo”.