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Vergogna a scuola

Spari in classe, città sotto shock. Piovono quattro sospensioni

L’aggressione in classe alla prof diventa un caso nazionale. Puniti i responsabili. La preside: "Affranti".

ROVIGO - Ha destato sgomento, scalpore ed ha fatto il giro di tutti i tg e i media nazionale. L’aggressione subita da una professoressa dell’istituto tecnico Viola Marchesini ha portato, e non per una bella notizia, Rovigo in prima pagina. La sequenza delle immagini riprese con un telefonino, d’altra parte, è inequivocabile, con la prof colpita alla testa da un pallino sparato da una pistola ad aria compressa e alcuni compagni di classe di chi ha sparato e di chi ha ripreso che sghignazzano in modo insopportabile. Un atto di maleducazione e inciviltà, esecrabile e pericoloso e che ha lasciato grande amarezza e dispiacere in tutto il mondo della scuola polesano e nazionale. Tanto che il sociologo Paolo Crepet arriva a parlare di fallimento del sistema scuola.

La stessa preside del Viola Marchesini, Isabella Sgarbi, il cui telefonino era bollente, e che era prontamente intervenuta dopo l’episodio, ammette che “quello che è successo è gravissimo. Amareggia anche che sia avvenuto in una prima superiore in un corso dove si insegnano gli strumenti digitali e l’uso importante che se ne può fare. Invece ora dobbiamo confrontarci con un uso sconsiderato dello strumento”.

I ragazzi autori degli spari e del video, quattro in tutto, intanto saranno sospesi per una settimana dalle lezioni. Poi saranno inseriti in un percorso formativo e di confronto con uno psicologo. “Occorre intervenire sul processo di crescita e formazione - dice la dirigente della scuola - per aiutare questi ragazzi, ed anche l’intera classe”.

Il fatto è avvenuto in una prima dell’Itis indirizzo tecnologico, don ragazzi alle superiori da poco più di un mese. Un atto preordinato, forse per potersi vantare sulle chat degli amici. E son almeno quattro i responsabili: chi ha sparato i pallini di gomma, chi ha ripreso col telefonino, chi ha prestato la pistola ad aria compressa all’amico e chi ha garantito copertura o complicità. “Evidentemente - continua la Sgarbi - non siamo ancora riusciti a formare i ragazzi sugli esiti dei loro comportamenti, sul senso etico e sul rispetto verso adulti ed educatori. Questo ci impone l’obbligo di formarli ed educarli. Bisogna capire che certi atti non sono azioni di coraggio, ma colossali sbagli. Ed anche la società civile ci deve aiutare, per formare il sapere critico nei ragazzi e insegnare ad usare la loro libertà in modo corretto”. E ancora: “Come docenti più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, perché i ragazzi non hanno percepito il disvalore del loro gesto. Hanno reagito come fosse un gioco.

E mentre le famiglie, informate dei fatti, sono rimaste sorprese dal comportamento dei ragazzi, la prof colpita dai pallini in classe, invece, è a casa per alcuni giorni. Scossa per quanto avvenuto non ha ancora deciso se sporgere denuncia. La docente è stata colpita una prima volta alla testa e una seconda al sopracciglio. Poi lo choc, senza la necessità di ricorrere alle cure dell’ospedale, ma comunque scossa.

Sull’argomento intanto sono intervenuti tantissimi commentatori ed anche il neoministro delle infrastrutture Matteo Salvini ha fatto sapere che “sembra che si stia perdendo il controllo della situazione, oltre al merito è fondamentale reintrodurre anche il rispetto nelle nostre scuole”. L’ex segretario all’istruzione Rossano Sasso ha sottolineato: “è l’incredibile aggressione in una scuola di Rovigo a colpi di pallini ad aria compressa ai danni di una insegnante. Ormai per molti adolescenti è saltato il confine tra ciò che è bene e ciò che è male”. La deputata della Lega Giorgia Latini: “Al dì là del gravissimo fatto che non può e non deve essere derubricato, è urgente ripristinare il concetto di rispetto nelle nostre scuole. Siamo di fronte a un’emergenza nazionale”.

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