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Chioggia

Teatro Astra, nel 2023 apertura certa

Un cantiere lungo e difficile, iniziato negli anni ’90 con l’acquisizione di quello che era un cinema

Teatro Astra, nel 2023 apertura certa

CHIOGGIA - Il teatro Astra potrebbe essere pronto entro la fine del 2023, ma servirà un’attenta gestione dell’immobile su cui, in questi mesi, sta continuando a ragionare l’amministrazione Armelao. La questione teatro è stata di nuovo affrontata qualche giorno fa, durante la presentazione della stagione teatrale “Acqua Alta”, promossa dal Comune e dal circuito teatrale Arteven.

L’assessore alla Cultura Elena Zennaro, pur rimanendo molto vaga su date e e futura gestione, ha comunque dato qualche indicazione precisando che il teatro non è in “alto mare”. Quel che è certo è che per il 28esimo anno consecutivo la stagione teatrale di Chioggia sarà ospitata dall’eterno teatro cinema Don Bosco dei padri Salesiani. “Non è settore che compete a me - ha spiegato la Zennaro - ma il completamento del nuovo teatro Astra è seguito, ovviamente, dai Lavori pubblici. Quello che posso dire è che l’amministrazione comunale sta lavorando per restituirlo ai cittadini entro la fine del 2023”.

Quello dell’ex cinema Astra è uno dei cantieri più lunghi e lenti della storia del territorio clodiense. La sua acquisizione come bene fu fatta addirittura dall’ex sindaco Todaro negli anni ’90. Era uno dei tanti cinema che animavano il centro storico di Chioggia prima della crisi che ha portato alla chiusura di tutte le sale cinematografiche ad eccezione del Don Bosco. L’iter per il recupero dell’immobile e la sua trasformazione in teatro è cominciato con la giunta Guarnieri e, da allora, si sono succedute molte altre amministrazioni (Romano Tiozzo, Casson, Ferro e ora Armelao), ma i lavori, anche per via della chiusura dei rubinetti da Roma per i fondi della Legge speciale, non sono mai stati ultimati. Anzi, per un lungo periodo il cantiere è rimasto fermo anche se il teatro era ultimato per un buon 80%.

E’ la futura gestione il punto dolente. “Studieremo la formula migliore - continua la Zennaro - e una delle ipotesi è anche quella di creare una fondazione. Il Comune, questo è ovvio, non ha di sicuro le risorse umane per gestirlo direttamente”. Sul fatto che rimarrà un teatro e non verrà convertito per altri utilizzi sembra non ci siano dubbi.

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