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La Polizia postale spiega i rischi del web alla media “Cappon”

Il segretario dello Spi Cgil, Ezio Bettinelli: “Appuntamenti importanti per gli studenti”

La Polizia postale spiega i rischi del web alla media “Cappon”

CAVARZERE - Il web è una risorsa importante, ma può esporre i ragazzi a diversi rischi anche molto gravi. Gli strumenti per collegarsi a internet, come il pc o lo smartphone, sono parte integrante della vita di molti minori, anche in età infantile e preadolescenziale. Spesso però, la sicurezza del loro uso solleva forti preoccupazioni nei genitori e negli educatori. Proprio per questo motivo, e per aiutare le nuove generazioni a non incorrere in situazioni pericolose che si possono incontrare nel web il gruppo Spi Cgil di Cavarzere e Cona ha organizzato un incontro che si è svolto alla scuola secondaria di primo grado “Cappon” di Cavarzere. Incontro al quale hanno partecipato gli alunni insieme ai professori e che è stato incentrato proprio sul rapporto dei giovani con i social e i media. Relatore della mattinata con i ragazzi è stato Stefano Bianco, ispettore della polizia postale del Veneto.

“E’ un incontro che facciamo tutti gli anni ed è proprio dedicato ai ragazzi delle medie e delle superiori - ha spiegato Ezio Bettinelli, segretario aggiunto di Spi Cgil di Cavarzere - intervengono esperti della polizia postale che spiegano ai ragazzi i pericoli che possono incontrare nel web. Sono incontri davvero importanti perché, come ha spiegato l’esperto della polizia postale, i ragazzi possono cadere anche in mano a malviventi e gruppi violenti”.

Gli alunni hanno ascoltato con interesse le spiegazioni di Stefano Bianco che è stato molto efficace nella sua narrazione. “Non c’è solo bullismo o cyberbullismo nella rete, ma sono presenti anche gruppi che adescano ragazzini nei social e poi li fanno sparire - ha raccontato Bettinelli - dal 1 gennaio al 30 luglio, in Italia sono spariti ben 3.800 minorenni, un numero non indifferente. C’è quindi da stare attenti perché questi gruppi malavitosi utilizzano internet e i social per adescare i ragazzini proponendo premi, vincite o concorsi di bellezza che poi non sono reali. Anche se bisogna avere almeno 14 anni per aprire un profilo social, la situazione è che ci sono molti minorenni che pur di iscriversi dichiarano una data di nascita che non è reale e poi non sono in grado di gestire i contenuti e rischiano di cadere in mani sbagliate. Ecco perché è importante fare informazione soprattutto ai diretti interessati, perché si rendano conto a cosa possono andare incontro”. Ora il prossimi appuntamento con giovani e social si svolgerà mercoledì 7 dicembre con gli alunni della scuola secondaria di primo grado “Tito Livio” di Cona.

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