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Chioggia

"Palazzo Granaio? Un polo culturale che non avrebbe precedenti"

Il direttore di Arteven, Pierluca Donin, commenta la prosecuzione dei lavori di restauro col posizionamento delle tavolette lignee

"Palazzo Granaio? Un polo culturale che non avrebbe precedenti"

CHIOGGIA - Tornate, martedì 6 dicembre, al loro posto le tavolette lignee della facciata di palazzo Granaio. L’assessore ai Lavori pubblici Elisabetta Griso lo aveva promesso qualche giorno fa e l’intervento si è concluso ufficialmente ieri mattina con la posa. Un intervento laborioso quello attuato dagli esperti a causa dello stato di degrado in cui si trovavano gli intarsi, esposti da quasi 200 anni agli agenti atmosferici. Le tavolette erano state rimosse dalla loro sede originaria e catalogate nel 2019 nel corso di un precedente intervento. Quest’anno poi si è proceduto al restauro vero e proprio del rivestimento ligneo in tavole di larice posto a copertura delle mensole e delle travature lignee su cui poggia la muratura perimetrale di Palazzo Granaio. Gli elementi lignei risultavano in avanzato stato di degrado a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e delle manomissioni susseguitesi nel tempo.

E per il futuro, Palazzo Granaio sarà casa della Cultura in grado di far decollare il centro storico cittadino dal punto di vista degli eventi e delle mostre. Non è un mistero infatti che la struttura dovrebbe diventare, una volta messa a disposizione della cittadinanza, una pinacoteca in grado di avere forte richiamo anche a livello nazionale.

Ne è convinto anche il direttore di Arteven, Pierluca Donin che, da sempre, è promotore di eventi culturali per giovani, adulti e famiglie in tutto il territorio nazionale. “Chioggia potrebbe vivere un momento d’oro che potrebbe riattivare la città anche durante l’inverno con un polo culturale che non ha precedenti nelle vicinanze - spiega - incastonati nel centro storico abbiamo il teatro che finito avrà due sale, l’auditorium, il granaio e il chiostro dell’ex asilo; potrebbero ospitare qualsiasi manifestazione sostenibile con poco spostamento creando un sistema di permanenza di un nuovo turismo culturale. Servono obiettivi, strategia, risorse e soprattutto persone in grado di guidare un cambiamento anche collegandosi con l’Università Ca’ Foscari e i corsi della facoltà di Lettere che potrebbero studiare un modello da sperimentare”.

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