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Chioggia
17.12.2022 - 04:19
CHIOGGIA - A Chioggia nella prestigiosa cornice di Palazzo Grassi, si è tenuta la conferenza stampa e a seguire l’evento finale di presentazione e discussione degli esiti del lavoro svolto nelle diverse fasi e attività previste dal progetto di cooperazione interterritoriale “Donne nella Pesca”. Sono intervenuti, accanto ai sindaci di Chioggia, Mauro Armelao, Porto Tolle, Roberto Pizzoli, Rosolina, Michele Grossato e Porto Viro, Valeria Mantovan, la Regione del Veneto, rappresentata dall'assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari, e i Flag partner di progetto con capofila il Flag Gac Chioggia Delta del Po, col suo presidente Marco Spinadin, le associazioni e una rappresentanza delle donne nella pesca coinvolte nel progetto medesimo. Con l’occasione è stata allestita a Palazzo Grassi la mostra fotografica dedicata alle donne nella pesca che a vario titolo e ruolo operano nelle marinerie del partenariato. Una mostra, che ha già fatto tappa in tutti i territori del partenariato, e sarà visitabile fino al 27 dicembre.
Il progetto “Donne nella Pesca” si inserisce nel quadro delle attività di competenza dei Flag (Fisheries Local Action Group) previste dalla misura 4.64 del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (Feamp) 2014/20. Col Flag Gac Chioggia Delta del Po, capofila del progetto, i Flag Costa dell’Emilia-Romagna - Delta 2000, Flag Marche Centro, Flag Costa di Pescara e Flag Alto Tirreno Toscano. Risultano interessate le Regioni: Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Toscana.
A livello globale, studi e ricerche scientifiche degli ultimi anni riportano che metà della popolazione coinvolta al mondo nella pesca e nella acquacoltura è femminile. Nei territori costieri dei Flag partner di progetto, un’elevata quantità degli occupati nel settore ittico è rappresentata da donne, arrivando ad essere pari a circa 1/3 del totale nel caso del Flag Gac Chioggia e Delta del Po. Le donne risultano impiegate nei diversi segmenti della filiera ittica e spesso, a titolo volontario e senza retribuzione né forme di tutela, contribuiscono ufficiosamente, ma in modo determinante, alla gestione delle imprese di pesca. In alcuni casi le donne sono presenti a bordo delle imbarcazioni, si occupano della raccolta del prodotto nel caso dell’acquacoltura, ma nella maggioranza dei casi le “donne della pesca” (compagne, mogli, figlie e parenti strette) svolgono le principali attività a terra: dallo sbarco del prodotto al trasferimento verso mercati ittici all’ingrosso, dalla vendita al dettaglio alla gestione amministrativa dell’impresa, dalla gestione dei rapporti con i fornitori e con i commercianti, alla gestione dei rapporti con le banche ma anche con le istituzioni marittime per il disbrigo delle pratiche amministrative riferite alla gestione del natante da pesca. A queste si aggiungono le donne che operano nel campo dei servizi cooperativi, nella ricerca scientifica e nei servizi di supporto alle imprese, oltre ovviamente alle donne che operano nei restanti sottosettori della filiera come ad esempio commercio e ristorazione. Il lavoro della donna è sempre stato scarsamente riconosciuto e ora più che mai pone nuovi elementi di criticità quali: il lavoro “sommerso”, la scarsa formazione professionale, i rischi professionali, la mancanza di accesso alle risorse, ai servizi (es. welfare) e alle attività tradizionalmente svolte dagli uomini.
Il progetto, avviato nel 2021 e realizzato interamente nel corso del 2022, ha avuto come obiettivo generale il miglioramento della qualità di vita e di lavoro delle donne impegnate nei settori della pesca e dell’acquacoltura. Tale miglioramento deriverà dal garantire pari opportunità, dal riconoscere l’alto valore aggiunto portato dalla figura femminile nel settore ittico e la professionalità nei diversi ruoli, dal valorizzare il livello di impegno delle donne lungo tutta la catena del valore, oltre che la loro grande capacità di fornire soluzioni innovative in diversi campi quali ambiente ed occupazione.
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Il progetto è stato articolato in fasi e attività specifiche che sono andate dalla ricognizione e dall’analisi dello stato dell’arte sui territori del partenariato (raccolta, categorizzazione, analisi comparativa ed elaborazione dati), all’elaborazione di una Action Strategy per “comunità tematiche” di donne, alla realizzazione di una serie di percorsi informativi/formativi e di sensibilizzazione, nonché alla sperimentazione di nuovi modelli di empowerment per le giovani imprenditrici che fanno rete, a livello locale ed interterritoriale, per consentire loro di maturare competenze, essere maggiormente consapevoli del proprio ruolo, della qualità del lavoro che ognuna di loro svolge e avere più riconoscimento sociale. Una importante parte delle attività di progetto è stata dedicata alla comunicazione e alla sensibilizzazione con il coinvolgimento oltre che delle donne, dei diversi portatori di interesse afferenti al settore ittico e del mondo della scuola.
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