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LA MESSA

Il patriarca Moraglia: "Natale sia luce contro la guerra"

A Venezia l'omelia della guida pastorale contro ogni forma di onnipotenza dell'uomo

Il patriarca di Venezia a Rovigo per parlare di crisi "epocale"

VENEZIA - Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha toccato anche il tema della guerra, che da quasi un anno sta mettendo a ferro e fuoco l'Ucraina, nel corso della tradizionale santa messa di Natale, celebrata alle 10 di domenica 25 dicembre, nella basilica di San Marco. "Il conflitto con cui anche in Europa siamo tornati a confrontarci - ha sottolineato nel corso dell'omelia - ci ricorda che l’uomo è capace di tanto male, e che questo male inizia dal cuore".


"Quanti sono gli uomini sbagliati, - ha proseguito il patriarca - nei posti sbagliati e nei momenti sbagliati, ci ricorda la storia. E così la legge della forza sostituisce la forza della legge. Vivere secondo il principio del "noi" fa sì che anche i soggetti più lontani fra di loro ed antagonisti (se non ostili) possano trovare un punto d’incontro e di conciliazione: questo, oggi, vale per russi e ucraini, per palestinesi e israeliani, cinesi e americani, per le persone del nord e del sud del mondo". 

Natale come fonte di luce e vita, in grado di ridimensionare ogni forma di onnipotenza: è questo il messaggio che Moraglia ha voluto lanciare ai fedeli. "Il Natale contesta l'egocentrismo, - ha proseguito - il dominio della tecnoscienza e di chi sogna il "transumano" o il "post-umano", aprendo a scenari inquietanti che si intravedono ogni qualvolta l’uomo s’illude d’essere la misura di tutto. Questo è l’oggi che ci interpella, ci spaventa, ci sfida".

Il patriarca ha quindi invitato tutti a tornare a contemplare "il Bambino Gesù nel presepio. Facciamolo insieme ai nostri cari, cominciando dai più piccoli e dalle persone più deboli per età, salute o circostanze della vita. Il presepio è critica al "politicamente corretto", di cui rifiuta lo stile e i linguaggi, ricordandoci che Dio cammina con l’uomo, anche se sempre a suo modo, ossia lasciandolo libero".

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