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Meno di 500 neonati a Chioggia, l'Ulss punta sulla Pma

La consigliera Baldin (M5S) lancia l'allarme, l'Ulss 3 Serenissima: “Il calo non toccherà il Punto nascite"

Meno di 500 neonati a Chioggia, l'Ulss punta sulla Pma

Il primo nato del 2022 era stato Mattia proprio nell'ospedale di Chioggia

CHIOGGIA - Chioggia torna sotto la soglia delle 500 nascite annue, a rischio il punto nascita dell'ospedale locale? A sostenerlo è la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin che chiede il sostegno del consiglio regionale “Faccia, senza distinzione di colore politico, fronte comune per salvarlo”. Ma dalla direzione dell’Ulss 3 Serenissima arriva secca la replica: “Il calo non tocca la continuità del lavoro del Punto Nascite nell’Ospedale cittadino”.

Il reparto negli ultimi dodici mesi ha subito una flessione, giungendo a soli 449 parti contro i 521 registrati l’anno precedente (-13.8%). La denatalità strisciante, dunque, colpisce anche dove la soglia di galleggiamento veniva costantemente superata: nel territorio dell’Ulss Serenissima solo il centro nascite di Mirano ha incrementato le proprie prestazioni. “La questione non è da sottovalutare - commenta la consigliera Baldin - poiché negli ultimi anni le linee guida del Ministero della Salute hanno già determinato una drastica scure per i centri con meno di 500 nascite l’anno, come è accaduto per esempio a Piove di Sacco, Adria, Trecenta e Valdagno. Tanto che dal 2018 molte madri della Saccisica e del Basso Polesine hanno preferito far nascere le proprie figlie e i propri figli a Chioggia, data la minor distanza dai relativi capoluoghi”. “Sarebbe un duro colpo per la popolazione locale, considerato che la città dista almeno un’ora dai principali centri limitrofi, e che le comunicazioni stradali e ferrate sono deficitarie: basta un incidente lungo la Romea e anche partorire diventa un’emergenza” commenta la consigliera del Movimento 5 Stelle.

“Mai come ora in consiglio regionale tutte le forze politiche e i consiglieri eletti nell’area metropolitana di Venezia, nel Padovano e nel Rodigino facciano fronte comune affinché il reparto chioggiotto, considerato di eccellenza, non venga chiuso - conclude la Baldin - smantellare il centro nascite, anzi, potrebbe essere la chiave di volta per spostare poi anche altri reparti dallo stesso ospedale ‘spoke’ verso l’hub dell’Angelo e non solo”.

E se dalla direzione dell’Ulss 3 Serenissima confermano che i nati saranno sotto i 500 quest’anno, “questa soglia però è stata raggiunta e ampiamente superata con continuità negli anni scorsi (521 nati nel 2021, 525 nel 2020, 510 nel 2019, 525 nel 2018...). Ci troviamo di fronte, quindi, ad una variazione che nel lungo periodo va considerata coerente con il quadro della denatalità nel Paese e nel Veneto. Per questi motivi, chi traccia le linee della programmazione sanitaria regionale non prevede alcun depotenziamento per l’ospedale cittadino, neppure sul fronte dell’attività per il materno-infantile”. “E’ vero al contrario che, come annunciato alcune settimane fa, proprio all’Ospedale di Chioggia si sta realizzando il centro per la Procreazione medicalmente assistita (Pma) che servirà l’area vasta, affiancando le tradizionali e irrinunciabili attività di Ginecologia e di Ostetricia - conclude la direzione dell’azienda sanitaria - ed è giusto prevedere che l’avvio delle attività collegate alla Pma porterà un aumento delle nascite, come già avvenuto nei centri in cui questo nuovo servizio è stato attivato”.

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