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Venezia
17.01.2023 - 16:42
VENEZIA - Uno studio di fattibilità per un progetto pilota che risolva una volta per tutte il problema dell’erosione della costa, in tutto il Veneto. Arriva al dunque il piano lanciato, con una delibera di giunta del settembre scorso, dalla Regione Veneto. Nero su bianco, ora, ci sono gli importi in capo alle singole amministrazioni comunali rivierasche, che dovranno contribuire (per il 25% circa) alle spese dello studio.
Il progetto infatti prevede una spesa iniziale di 100mila euro più Iva. La Regione, dal canto suo, ha deliberato di stanziare 72mila euro, a cui si aggiungeranno altri 20mila euro messi dalla Camera di Commercio Venezia-Rovigo, anche e soprattutto visto come gli interventi in programma “incidano in maniera diretta sull’assetto produttivo del territorio, assetto che fornisce un contributo al risultato economico del sistema veneto non più legato solo a fenomeni di stagionalità, ma che si sviluppa durevolmente”. I restanti 30mila euro, per arrivare ai 122mila (Iva inclusa) previsti, ce li dovranno mettere i dieci Comuni della costa, da San Michele al Tagliamento a Porto Tolle.
La Regione ha fissato per ogni amministrazione comunale un importo fisso di 1.500 euro a cui aggiungere una quota variabile proporzionale al numero di presenze turistiche di ogni località. Ecco allora che il Polesine, che rappresenta poco più del 5% del totale delle presenze balneari venete, dovrà mettere 757 euro, oltre ai 4.500 di quota fissa per Rosolina, Porto Tolle e Porto Viro. In particolare, Il conto totale per il Comune di Rosolina, che supera ormai stabilmente il milione di presenze l’anno, è di 2.135 euro, segue Porto Tolle con 1.614 mentre Porto Viro dovrà pagare 1.508 euro. Chioggia, con quasi 1,4 milioni di presenze nel 2019, dovrà stanziare 2.311 euro.
Il progetto “per lo studio ed il monitoraggio della linea di costa” si propone di valutare “i risultati ottenuti con gli interventi realizzati negli anni scorsi, al fine di poter definire le tipologie di opere più appropriate da porre in essere nei diversi tratti del litorale, tenendo necessariamente conto anche delle modificazione climatiche teorizzate per il futuro”. Come hanno detto, nella loro relazione, gli assessori regionali Francesco Calzavara (bilancio), Gianpaolo Bottacin (ambiente) e Federico Caner (turismo) “occorre una forte progettualità che aiuti a risolvere in una ottica di medio periodo il problema, garantendo al litorale condizioni di stabilità, che consentano una programmazione delle attività turistiche, economiche e produttive”.
Fin qui, gli interventi di carattere manutentivo per il ripristino della linea di costa erosa dalle mareggiate sono stati eseguiti annualmente dagli uffici tecnici regionali, “mediante lavori di ripascimento con sabbie provenienti dalle foci fluviali, da barre sommerse in prossimità della linea di riva, o mediante lo spostamento di accumuli di sabbia emersa nell’ambito della medesima cella litoranea. Gli interventi di carattere strutturale della linea di costa - si legge ancora nella relazione regionale - devono essere invece realizzati con opere rigide, quali pannelli e barriere soffolte in roccia, associate a ripascimenti ‘strutturali’ con sabbie provenienti da cave marina all’uopo caratterizzate”.
Proprio per garantire risposte più efficienti al problema, ecco la necessità di approfondire la tematica della difesa e della salvaguardia del territorio, con uno specifico progetto.
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