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IL GIORNO DELLA MEMORIA
06.02.2023 - 09:03
CHIOGGIA - “Se non fosse stato per queste lettere, Cesare sarebbe rimasto solo un ricordo. Ora, può vivere per sempre”. Sono stati presentati nella serata di sabato scorso i volumi "Ritratti d'archivio" e "Venezia-Fossoli, direzione Auschwitz", scritti da Luciana Laudi, nipote di Cesare Carmi, deportato ad Auschwitz.
L’incontro, che ha visto la partecipazione dell’autrice, del professore Andrea Bienati, docente di Storia e Didattica della Shoah all’Issr di Milano e la moderazione di Enrico Veronese, presidente dell’associazione Anpi di Chioggia, ha avuto una grande affluenza di persone, desiderose di ascoltare la storia di Cesare.
In particolare, il volume “Venezia – Fossoli, direzione Auschwitz” racchiude una serie di lettere inviate da Cesare Carmi durante il periodo di prigionia antecedente alla deportazione.
“Lui era un giovane che da Genova si era trasferito a Chioggia per lavorare proprio in città - ha spiegato la signora Luciana – era di idee antifasciste ed era capace di farne propaganda. È stata una scelta di opportunità, non aveva molta voglia di studiare, per cui è andato a lavorare. Era un ragazzo molto ottimista, che tendeva alla felicità. Ha vissuto a Chioggia due anni, in cui si è fatto anche degli amici. Le lettere che ci sono arrivate, spedite ad una ragazza di cui era innamorato, sono state di fondamentali importanza perché altrimenti Cesare sarebbe solo un ricordo”. Sono state inviate negli anni in cui si trovava in carcere; dopodiché, quando è stato deportato nel campo di concentramento, non ha più potuto inviare nulla. Avrebbe potuto mettersi in salvo perché il cugino gli propose di andare in Svizzera. Cesare, non rendendosi conto di ciò che rischiava, ha preferito restare a Chioggia". Di Carmi non si conosce la morte. “Probabilmente durante le marce della morte, ma non ne abbiamo la certezza”, è l’amara conclusione della nipote.
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