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Cavarzere
14.02.2023 - 08:33
CAVARZERE - Due milioni e 700mila euro di trasferimenti statali e regionali all’anno per dieci anni: è il lato più venale, se così lo si può chiamare, per Cavarzere e Cona, se il progetto di fusione andasse in porto. Soldi che si potrebbero tradurre in servizi e sgravi per i cittadini, in investimenti infrastrutturali e riduzione dell’esposizione dei Comuni con le banche, tanto per citare alcuni benefici.
Sono alcuni dei dati emersi lunedì 13 febbraio pomeriggio nel corso della presentazione dello studio di fattibilità della fusione tra Cavarzere e Cona, che si è tenuta in un teatro Serafin completamente esaurito. Dal palco il sindaco Pierfrancesco Munari ha accolto l’assessore regionale agli Enti locali, Francesco Calzavara, il sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin e Alberto Cestari, consulente del Centro studi sintesi, società che si è occupata dello studio.
“La fusione di Cavarzere e Cona era un punto importante del nostro programma elettorale - ha ricordato Munari - tanto è vero che a pochi mesi dall’inizio del nostro mandato abbiamo portato avanti lo studio di fattibilità per il progetto di fusione. Un progetto in cui noi crediamo con fermezza, e c’è tempo fino al 30 aprile per iniziare l’iter, ma già abbiamo fatto diversi incontri prima con le commissioni riunite, senza dimenticare il consiglio comunale che all’unanimità ha votato questo studio di fattibilità”.
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Munari ha sottolineato l’importanza che la popolazione e le associazioni di categoria siano informate in modo adeguato su questo studio: “Per la prima volta i cittadini hanno l’opportunità di sentire quali sono i dati concreti e analitici da chi ha realizzato lo studio, Alberto Cestari nella fattispecie, e questo è lo strumento che vogliamo dare ai cavarzerani e ai cittadini di Cona per valutare serenamente quelli che sono i dati micro e macroeconomici che purtroppo stanno portando tanto il territorio di Cavarzere quanto quello di Cona, ma in generale tutta quest’area veneziana, in un baratro dal quale, a mio modesto modo di vedere le cose, sarà difficile uscire”.
Al sindaco ha fatto eco l’assessore regionale Calzavara, che prima ancora di parlare di fusioni tra comuni ha realizzato una indagine su tutti i Comuni veneti, sul loro stato di salute. “Siamo una Regione con 563 Comuni e più del 50% è sopra i 5mila abitanti - le parole di Calzavara - quindi stiamo parlando di piccoli comuni che rischiano di non essere più in grado di erogare i servizi ai propri cittadini. L’obiettivo è quello di modificare sia il piano regionale del riordino territoriale sia redigere una legge che vada a modificare il quorum per quei comuni che hanno voglia di fondersi, di mettere assieme le proprie esperienze e le proprie capacità organizzative per cercare di migliorare la qualità dei servizi ai propri cittadini”.
A illustrare lo studio, come detto, Cestari del Centro studi sintesi, il quale ha parlato di numeri e percorsi. “Per arrivare alla fusione si parte da una fase preliminare che inizia con lo studio di fattibilità, poi gli incontri con la cittadinanza e il sondaggio di opinione - ha ricordato - si passa quindi ai consigli comunali che devono decidere se proseguire o meno. Poi la palla passa alla giunta regionale, che trasmette il progetto al consiglio regionale il quale, dopo le verifiche sui vantaggi e l’omogeneità dei territori che hanno scelto di fondersi, dà l’ok per il referendum consultivo. In quel caso il quorum e i risultati devono essere valutati separatamente nei due comuni. Se il progetto passa, il consiglio regionale con una nuova legge istituisce il nuovo comune, nomina un commissario il quale, insieme ai due sindaci, traghetta il nuovo comune al voto”.
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Come aveva già sottolineato il sindaco Munari, entro il 30 aprile deve partire l’iter e il referendum dovrebbe essere svolto entro il 31 ottobre, visto che il Comune di Cona è in scadenza di mandato nel 2024. Cestari ha poi spiegato come i due Comuni già condividano praticamente tutto a livello di servizi e bacini d’ambito (solo quello idrico è diverso) e sono già insieme anche in progetti per i fondi del Pnrr e per i Patti territoriali. Inoltre il Comune nascituro avrà più di 15mila abitanti, un altro lato da non sottovalutare, con un taglio netto degli amministratori che passerebbero dagli attuali 31 a 22. “In dieci anni ci saranno trasferimenti statali e regionali per 20,7 milioni di euro in più rispetto a quello che i due comuni già percepiscono - ha concluso Cestari - che si traducono, tanto per fare un esempio, in 132 euro in più di servizi per abitante e un aumento del bilancio del 16%”.
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