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Veneto
19.02.2023 - 16:55
VENEZIA - Dopo aver espiato la pena della reclusione decennale inflittagli per reati associativi mafiosi, a fine settembre dell’anno scorso era stato sottoposto alla libertà vigilata per la durata di un anno con autorizzazione di trascorrere il fine settimana con il figlio minore presso l’attività della ex compagna.
In tali circostanze l’uomo, un 44enne calabrese domiciliato a Verona, si sarebbe reso responsabile di una serie di gravi condotte persecutorie per le quali, al termine delle indagini, i Carabinieri della Stazione di Guastalla, a cui la vittima si è rivolta, l’hanno denunciato alla Procura reggiana diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci per il reato di atti persecutori. La Procura di Reggio Emilia, ha chiesto ed ottenuto dal Gip del locale Tribunale, l’applicazione nei confronti del presunto stalker della misura cautelare degli arresti domiciliari con la prescrizione del braccialetto elettronico.
Provvedimento di natura cautelare che è stato eseguito a Verona dai carabinieri della stazione di Verona Principale che hanno operato congiuntamente ai colleghi della stazione di Guastalla. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri l’uomo dopo aver espiato una condanna decennale per reati associativi mafiosi, sottoposto alla libertà vigilata aveva ottenuto l’autorizzazione di trascorrere i fine settimana con il figlio minore presso l’attività lavorativa della moglie, poco più che trentenne.
Nonostante la donna non volesse riallacciare la relazione, lui la minacciava proferendo espressioni del tipo “Tu sei mia devi morire con me”, “Non permetterò a nessun uomo di stare vicino a te”, “Non ho niente da perdere”, “Qualunque uomo ti avvicina lo ridurrò a muoversi in carrozzina”, “Se non torni con me ti brucio con l’acido”, offendendola anche davanti a terze persone e pedinandola tanto da costringerla a cambiare le abitudini di vita. Da qui l’arresto dell’uomo.
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