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Cona
21.02.2023 - 13:10
CAVARZERE - La questione della fusione tra i Comuni di Cavarzere e Cona continua a tenere banco. E lo fa soprattutto a Cona, dopo le dichiarazioni espresse dai rappresentanti della maggioranza e della minoranza consiliare conense di una sorta di apertura quantomeno per valutare la bontà o meno del progetto, che sono cambiate nel giro di pochi giorni.
Durante la presentazione dello studio di fattibilità in teatro “Serafin” da parte del Centro Studi Sintesi, alla presenza del sindaco di Cavarzere Pierfrancesco Munari e dell’assessore regionale agli Enti locali Francesco Calzavara, sono intervenuti il vicesindaco di Cona, Sante Nalin, e il consigliere di minoranza della lista Insieme per Cona, Franco Necchio.
“Qualche tempo fa, era l’ottobre del 2021, abbiamo fatto un sondaggio riguardo alla fusione, i votanti non sono stati tanti però il 69% aveva votato ‘no’ perciò un dato penso abbastanza importante - le parole del vicesindaco - cercheremo di approfondire e fare in modo che i cittadini possano essere a conoscenza delle varie problematiche o benefici che possa portare la fusione e me lo prendo come impegno: lo porto in consiglio per discuterne con il sindaco”.
Da parte sua, invece, Necchio aveva dichiarato: “Posso dire che si possono accogliere delle cose positive soprattutto per quanto riguarda i contributi finanziari. Come si sa, sia per Cavarzere e anche per Cona, se ci sono questi soldi per dieci anni fanno comodo. Quali sono i servizi che in qualche modo si possono conservare, lì non c’è chiarezza: per esempio il servizio dell’anagrafe, dei vigili, l’ufficio tributi o l’ufficio tecnico, lì c’è un punto di domanda. Le nostre posizioni, maggioranza e opposizione a Cona, sono le stesse. Siamo perplessi e disorientati, oltre che poco informati, siamo stati poco coinvolti, mai fatto un tavolo tecnico”.
Neanche un giorno è passato da quelle dichiarazione, e a mettere le cose in chiaro sulla posizione della minoranza ci ha pensato il consigliere Antonio Bottin, collega di Necchio: “E’ incredibile che si voglia andare avanti con questa storia della fusione tra Cona e Cavarzere. E’ come quando una coppia decide di sposarsi e uno dei due sceglie i mobili, la casa, dove abitare e prende tutte le decisioni più importanti, senza consultare l’altro”. E ancora: “Credo che la fusione Cavarzere-Cona rappresenti uno sgarbo istituzionale verso i cittadini di Cona. Noi, come gruppo di minoranza, siamo del parere che questo continuare da parte del sindaco di Cavarzere nel perseguire unilateralmente alla fusione di Cavarzere Cona sia sbagliato. Tutto questo, peraltro, solo per avere i 20,7 milioni di euro in 10 anni, senza tener conto della volontà dei cittadini di Cona. In un sondaggio che è stato fatto tempo fa, la maggior parte della popolazione, circa il 69% ha detto di ‘no’ alla fusione con Cavarzere. E’ quindi chiaro che i cittadini del Comune di Cona non vogliono questa cosa, che non voglio nemmeno chiamare fusione, ma credo che la dicitura corretta in questo caso sia, annessione”. “Noi come minoranza ci siamo già espressi in modo chiaro ed univoco sul no a questa fusione - ha concluso Bottin - questo perché, non solo il progetto di fusione non indica quali siano gli interventi attrattivi per il Comune di Cona, ma neppure su come impiegare le risorse aggiuntive assegnate dallo Stato e dalla Regione, che comunque saranno sempre decise dal sindaco del nuovo Comune di Cavarzere”.
Come detto, anche la posizione di Nalin è cambiata radicalmente in poche ore: “Io personalmente, e parlo da semplice cittadino, sono contrario alla fusione con Cavarzere”. “I dati parlano chiaro su quale sia la posizione dei cittadini di Cona sulla fusione con Cavarzere - ha ribadito - i cittadini che hanno espresso la propria preferenza sono stati 256 su 2.469 che hanno diritto al voto, e cioè il 10,26% e le preferenze sono state così espresse e cioè i contrari sono stati il 69,53%, i favorevoli alla fusione con un Comune diverso da Cavarzere 23,43% e i favorevoli il 5,46%. E’ quindi chiaro che i cittadini di Cona sono contrari alla fusione con Cavarzere”. Anche se sarebbe più corretto dire che il 10% degli aventi diritto tra i cittadini di Cona la pensi così, “non tanti” come aveva candidamente dichiarato lo stesso Nalin a Cavarzere. “Questa cosa della fusione è da studiare e da valutare bene - ha continuato Nalin - c’è a mio avviso comunque troppo divario tra i due Comuni, perché Cona ha 2mila e 300 abitanti (in verità sono 2.788 ndr), mentre Cavarzere ne ha 12 mila. Non solo, ma la differenza è anche dal punto di vista dell’estensione territoriale. Cavarzere copre un territorio di 140 mila chilometri quadrati, mentre Cona 64 mila. Senza contare che il Comune unico che ne verrebbe fuori da questa fusione sarebbe troppo grande e impegnativo da gestire”.
Le posizioni, quindi, sono ritornate a quelle di partenza e, durante la serata in teatro comunale “Serafin”, dopo le spiegazioni da parte dei tecnici, del sindaco e dell’assessore regionale, alla fine si è trattato di dichiarazioni di facciata. Nel frattempo, a ulteriore conferma di come la strada delle fusioni tra comuni sia una delle strade maestre per garantire - e aumentare - i servizi ai cittadini, è arrivato lo studio lo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, condotto sui bilanci dei Comuni italiani. La spesa corrente pro capite media dei municipi, suddivisi per classe demografica, disegna una curva a ‘U’: il dato è più elevato nei Comuni più piccoli (il valore massimo si raggiunge nei municipi con meno di 500 abitanti con 1.843 euro pro capite), per poi scendere gradualmente fino a raggiungere il minimo negli enti locali con una popolazione compresa tra i 10mila ed i 20mila abitanti (774 euro). Oltre questa soglia il valore risale, senza però raggiungere un nuovo massimo.
In questo contesto il Comune che potrebbe nascere dalla fusione tra Cavarzere e Cona, di circa 15.750 abitanti, consentirebbe di ridurre i costi dagli attuali oltre 12,7 milioni di euro i spesa a nemmeno 12,2 milioni di euro, con un risparmio di 549mila euro l’anno, 5,5 milioni di euro in dieci anni. Che sommati ai 20,7 milioni di euro di trasferimenti in più nello stesso periodo di tempo, farebbero 26 milioni e 200mila euro, ovvero 2 milioni e 620mila euro l’anno tra dote e risparmio. Significa 166 euro in più di risparmio, o di servizi, pro capite l’anno.
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