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Chioggia

“Cuneo salino, serve la barriera”

Boscolo Palo del Mercato ortofrutticolo: "Il Comune ha detto di aver già fatto la sua parte, ora tocca agli altri enti"

“Cuneo salino, serve la barriera”

CHIOGGIA - Allarme siccità, sospeso il servizio idrico, niente acqua nei fossi per la presenza di acqua di mare: “Serve lo sbarramento del cuneo salino”. Il presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto che gestisce il mercato ortofrutticolo di Brondolo, Giuseppe Boscolo Palo, si dice preoccupato per una situazione che si sta rivelando complicata già a febbraio e destinata solo a peggiorare nei mesi estivi.

L’altro ieri - spiega - è stato interrotto il servizio idrico perché l’acqua era salata e quindi i fossi erano vuoti. Siamo a metà febbraio, abbiamo cominciato da un mese i trapianti che è una pratica molto delicata ed è chiaro che se l’acqua salata è in risalita sull’Adige e non si può utilizzare per preparare il terreno, gli ortolani vanno in difficoltà. Se si riesce a piantare si raccoglie sennò ovvio che non ci sarà nulla da raccogliere. Finora il seme è rimasto in serra al caldo e, dopo circa un mese, le piantine sono pronte per essere trapiantate, ma bisogna preparare il terreno e irrigarlo, è un problema anche di tempistica”.

L’Adige sembra sia in condizioni a dir poco disastrose a monte, con quattro metri in meno di portata. “Si dice - continua Palo - che con la neve che è caduta e le riserve, si arriverà fino a maggio. In luglio quando andremo a fare i trapianti per l’autunno, la situazione sarà ancora più grave. Già l’anno scorso la siccità ha fatto danni enormi con un 30% di conferimenti in meno al mercato, senza contare i costi di produzione lievitati tantissimo”. Unica soluzione, la costruzione dello sbarramento del cuneo salino sul Brenta, al quale però mancano ancora 10 milioni di euro da aggiungere per coprire i costi lievitati in questi ultimi anni.

Il sindaco Mauro Armelao ha già detto di avere messo a bilancio la sua parte, chiediamo - conclude Palo - anche agli altri enti di far presto e di far partire il prima possibile i lavori. Anche perché c’è il forte rischio di infiltrazioni di acqua salata nelle falde acquifere e la soluzione allora diventerebbe drammatica, con grosse difficoltà per porre rimedio. Stiamo parlando di un’opera urgentissima che non può più aspettare”.

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