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Chioggia
10.03.2023 - 17:55
CHIOGGIA - Chioggia ha intitolato parte di Riva Lusenzo a Francesca Morvillo e accolto, con grande commozione, la teca coi resti della macchina guidata dalla scorta del giudice Falcone nella strage di Capaci. Una lunga giornata quella vissuta dalla città venerdì 10 marzo, per non dimenticare cos’ha fatto la Mafia e cosa potrebbe ancora fare. Prima l’incontro al Don Bosco con le scolaresche del territorio per raccontare loro i fatti successi quel tragico 23 maggio 1992, in cui trovarono la morte il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta.
Alle 12 uno dei momenti più toccanti con l’intitolazione di Riva Lusenzo, dal ponte Baden Powell al ponte di San Martino, a Francesca Morvillo. Una iniziativa fortemente voluta dai Lions Club Chioggia e Sottomarina, con la collaborazione dell’amministrazione comunale. “Una bellissima giornata - ha commentato la presidente del Lions Club locale Silvia Vianello - che dedichiamo a una grande donna evidenziando il ruolo importante che lei ha avuto al fianco del marito Giovanni Falcone nella lotta alla Mafia e per mettere in risalto il ruolo che le donne hanno ma che spesso non è conosciuto”. La targa è stata scoperta dal sindaco Mauro Armelao e benedetta da monsignor Francesco Zenna della Diocesi di Chioggia. “Una giornata importante - il commento del primo cittadino - per non dimenticare cosa è stata la Mafia e cosa ha fatto e per ricordare a tutti che deve essere combattuta con ogni mezzo. Invito tutti i cittadini ad andare a vedere i resti della Fiat Croma guidata dagli uomini della scorta del giudice Falcone”.
Nel pomeriggio, attorno alle 16.30 davanti al municipio è arrivata la teca con i resti del mezzo coinvolto nella strade di Capaci. Posta sotto il municipio, rimarrà esposta fino a domenica. Alla manifestazione era presente la signora Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, capo della scorta di Falcone. Presenti alla cerimonia anche i sindaci di Porto Viro, Valeria Mantovan, e Rosolina, Michele Grossato, oltre al primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin. “Un’emozione indescrivibile vedere la teca con l’auto distrutta - racconta l’assessore alla Cultura, Elena Zennaro - un momento particolarmente significativo per tutti coloro che credono nello spirito di servizio. Anche se a volte sembra inutile o non importante, bisogna continuare a combattere per la difesa della legalità, per non perdere mai la libertà e la dignità conquistata faticosamente, a volte dolorosamente, nel tempo”.
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