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Chioggia
10.03.2023 - 16:58
CHIOGGIA - Altri due milioni e probabilmente due anni di lavori per completare il teatro Astra e metterlo a disposizione della città. L’eterno cantiere è stato oggetto di discussione in una commissione consiliare tenutasi giovedì scorso e richiesta da Energia Civica e Obbiettivo Chioggia. In questo momento i lavori stanno andando avanti, con il completamento di uno stralcio del costo di 700mila euro e un altro da circa un milione e 300mila euro è previsto nel Dup triennale 2023-’25. Alla fine l’opera potrebbe costare più di 5 milioni di euro ma, arrivati a questo punto del cantiere, non può assolutamente essere abbandonata come ha confermato anche il neo-assessore ai Lavori pubblici Angelo Mancin: “Chioggia è una città che merita un teatro e, viste anche le spese fin qui sostenute, è un dovere portare a termine quest’opera”.
Il cantiere è stato a lungo fermo per mancanza di finanziamenti e questo non ha sicuramente giovato alle condizioni della struttura. Fino a poco tempo fa, tutti gli impianti, che si trovano all’esterno nell’area del tetto, erano letteralmente ricoperti di guano di colombi, con infiltrazioni anche all’interno dello stabile. E’ stato fatto un accurato lavoro di pulizia e, al tempo stesso, si stanno sistemando gli impianti aggiornandoli ai tempi attuali. E’ stata anche fatta, come ha spiegato il dirigente dei Lavori pubblici, l’ingegnere Stefano Penzo, una ricostruzione in 3D, con nuove e particolari tecniche, di tutta la struttura, non solo dell’interno, ma anche dell’esterno per studiarne i limiti già ben noti come la mancanza di parcheggi e il poco spazio sulla calle per portare, montare e smontare le varie scenografie.
Un cantiere che il consigliere del Pd Maurizio Salvagno ha definito “un pozzo di San Patrizio”, ossia un’impresa lunghissima e dispendiosa, senza un’apparente logica. Ma indietro non si può più tornare e il teatro si farà. Una volta inaugurato sorgerà, poi, un altro problema: quello di mantenerlo in vita e chiunque se ne occuperà, come sottolineato dalla presidente della commissione Marcellina Segantin, avrà bisogno anche dell’aiuto dei fondi comunali. Il tutto senza contare i grossi problemi logistici dovuti alla sua collocazione. Trovare qualcuno che se ne vorrà occupare, insomma, non sarà facile. I lati positivi? Avrà una capienza di 550 posti, una sala più piccola per le conferenze, uffici e angolo bar e, assieme al vicino auditorium e al quasi ultimato palazzo Granaio, potrà veramente dare vita a un polo culturale con pochi eguali in zona.
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