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Sale il cuneo salino, chiude la centrale

Tre giorni fa stop all’impianto di Cavanella d’Adige che serve tutta Chioggia. Mai successo a marzo

Sale il cuneo salino, chiude la centrale

Tre giorni fa stop all’impianto di Cavanella d’Adige che serve tutta Chioggia. Mai successo a marzo

CAVANELLA D'ADIGE - Incubo risalita del cuneo salino, chiusa tre giorni fa la centrale di potabilizzazione di Cavanella d'Adige che serve l'intera area di Chioggia. Mai prima d'ora, a marzo, la potenza del fiume era stata così bassa da permettere la risalita del cuneo.

Episodi che, solitamente, accadono in estate inoltrata e che preoccupano non poco tutti gli addetti ai lavori. Sicure le ripercussioni per l'agricoltura ma, se dovesse continuare a non piovere, le ricadute potrebbero esserci anche nelle abitazioni domestiche. E in questa direzione va la recente ordinanza di Zaia che invita i Veneti a non sprecare l'acqua diventato, più che mai, un bene molto prezioso. L'altra sera il livello dell'Adige era così basso che nelle centrale sono scattati i sensori di salinità. L'impianto è stato bloccato e i tecnici hanno dovuto fare ricorso al bacino di emergenza per riportare la situazione alla normalità. Ma appare evidente, ormai, che li sprechi dovranno esere ridotti il più possibile per non rischiare razionalizzazioni nei mesi estivi. Intanto l'agricoltura è in seria difficoltà.

"Non c'è al momento erogazione di acqua per l'agricoltura - spiega il presidente di Chioggia Ortomercato del Veneto Giuseppe Boscolo Palo - i fossi sono vuoti e il problema sta diventando sempre più grave. L'ortolano ovviamente cerca di arragginarsi come può e utilizza quel tipo di Nylon che crea al mattino quelle goccioline che sono al momento vitali per le piante, ma i miracoli non li può fare nessuno. In questo momento nei campi si sta trapiantando dove si può e, tra 15 giorni, si toglierà il nylon al radicchio. Chiaro che sotto questa produzione il prodotto è bello, ma appena sarà tolto, con i fossi a zero acqua, si potrebbero registrare le prime difficoltà".

Palo invita la città e le categorie a farsi sentire: "Lo sbarramento del cuneo salino sul Brenta è un'opera fondamentale - contniua - e bisogna assolutamente trovare i 10 milioni che mancano per iniziare i lavori. La città deve cominciare ad alzare la voce anche perchè c'è il rischio che l'acqua salata arrivi alle falde che si stanno abbassando sempre di più e, in quel caso, i problemi sarebbero molteplici e di difficile soluzione. Se poi si arriverà - conclude Palo - ad erogare acqua più salata di prima andando molto vicino al limite previsto dai parametri, si rischia che il terreno diventi sempre più arido con conseguenze per anni e anni".

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