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SPIAGGE

Il grido d'allarme dei balneari: “Adesso lo Stato non ci tradisca”

Per i rappresentanti della categoria “nessuno può essere privato di beni senza il giusto indennizzo”.

“Lo Stato non tradisca i balneari”

Tutti al mare Chioggia quest’estate sarà la capitale veneta del settore balneare

SOTTOMARINA - Balneari in subbuglio per la sentenza della Corte di Lussemburgo: “La politica faccia la sua parte”.

I giudici ieri hanno confermato quanto già chiarito nella loro precedente sentenza del 14 luglio 2016 e cioè che il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è “la scarsità di risorsa” e cioè l’impossibilità del rilascio di nuove concessioni.

E’ stato chiarito che “la scarsità” dev’essere valutata combinando un approccio generale con una valutazione caso per caso. “Sotto questo aspetto - commenta il vicepresidente del Sib nazionale Leonardo Ranieri - la Corte smentisce il Consiglio di Stato che, con le note sentenze dell’Adunanza plenaria, si è arrogato un compito che spetta allo Stato e stabilendo la scarsità con criteri generali ed astratti non effettuando un valutazione caso per caso. Questa valutazione costituisce una novità importante per la possibile soluzione che resta di esclusiva prerogativa del nostro Stato. Il governo acceleri, pertanto, nella ricognizione delle concessioni demaniali marittime vigenti per la verifica della ‘scarsità della risorsa’ convocando con urgenza il tavolo istituito con la recente legge 14 del 24 febbraio scorso. Si emani nel più breve tempo possibile una nuova legge che superi le disposizioni emanate dal precedente governo effettuando un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti. La politica non ci abbandoni su questa delicata ed importante questione a polemiche demagogiche e strumentali. Si ricorda che gli attuali operatori hanno scelto questo lavoro e creato dal nulla aziende di valore e di successo confidando sulle leggi e sui provvedimenti del nostro Paese. Nessuno può essere privato dei suoi beni senza un giusto indennizzo. Riteniamo che sia interesse di tutti evitare di distruggere un settore efficiente e un modello di balneazione attrezzata di successo unico al mondo. Sarebbe un colossale e imperdonabile errore storico ancor prima di una intollerabile ingiustizia nei confronti delle decine di migliaia di famiglie che perderebbero il lavoro e il frutto del loro lavoro”.

“Una sentenza che non mi stupisce - sottolinea il presidente dell’Ascot (stabilimenti balneari) Giorgio Bellemo - la giustizia anche a carattere europeo segue un po’ la tendenza del momento. Era una cosa già scritta. Giusta la procedura finora adottata dal Comune di Chioggia, con tanti comuni che stanno facendo la stessa procedura. La nostra città è stata la prima (con la legge regionale 9 del 2001) ad avere le concessioni pluriennali e ad oggi ne abbiamo una quarantina già rilasciate e altre 30 in fase di arrivo. Certo questa sentenza aiuta molto a rivedere anche quei criteri per quanto riguarda la comparazione di domande concorrenti. Quelle declinate seguendo la legge regionale devono essere riviste perché sono cambiate un po’ le esigenze. Va quindi rivista la legge regionale. Ad esempio uno dei requisiti fondamentali per l’allungamento del titolo è legato all’investimento che però è visto quasi esclusivamente dal punto di vista edilizio. Cioè devo costruire e questo va in conflitto anche con la salvaguardia del territorio e il consumo del suolo. L’investimento dovrebbe e potrebbe essere rivolto, ad esempio, in interventi a salvaguardia della costa”.

Secondo il presidente di Gebis Spiagge Gianni Boscolo Moretto: “Rimane ancora da chiarire la questione indennizzo. il Governo adesso acceleri per emanare regole e norme chiare che tutelino le imprese balneari”.

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