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Cavarzere

Palloncini in cielo per i 15 angeli di Boscochiaro

La commemorazione, dopo la messa, davanti al monumento in memoria delle bimbe e del bimbo morti il 21 maggio 1950

Palloncini in cielo per i 15 angeli di Boscochiaro

CAVARZERE - I palloncini che volavano verso il cielo terso sopra Boscochiaro sembravano cercare di arrivare tra le mani di quei 15 angeli che da 73 anni la frazione cavarzerana piange. Tanta commozione, a decenni distanza, ieri mattina per la cerimonia di commemorazione delle 15 vittime, tutte bambine e bambini, che persero la vita il 21 maggio del 1950 per il crollo del ponte di legno sul Gorzone, durante una processione.

A presenziare alla cerimonia, iniziata con la messa nella chiesa di San Francesco e proseguita con un piccolo corteo fino al monumento sull’argine destro del Gorzone in loro memoria, il sindaco di Cavarzere, Pierfrancesco Munari. E tantissimi dalla frazione, a partire dai rappresentanti del Comitato XXI Maggio, nato proprio in ossequio e rispetto ai quei 15 angeli. “Una comunità che ogni anno si unisce per il ricordo di 15 anime volate via in una tragedia che ha segnato per sempre la nostra città - le parole affidate ai social dal sindaco - un ringraziamento a tutti i presenti, alle forze dell’ordine, alla Protezione civile, alle associazioni d’arma, e un ringraziamento particolare al Comitato 21 maggio, sempre presente e attivo”. Una cerimonia sobria, conclusa, appunto, con i bimbi presenti che hanno liberato un palloncino bianco, il colore della purezza, quella delle bambine e dei bambini che persero la vita in quella tragedia.

Una tragedia dalla eco mondiale, della quale scrissero anche i quotidiani d’oltreoceano. Il New York Times la riportò in un articolo del 22 maggio 1950, ma della tragedia si interessò tutta la stampa. Anche quel 21 maggio 1950 era di domenica, come ieri. “Boscochiaro era in festa, una festa di bambini, la Festa della Fanciullezza Cristiana organizzata dall’Azione Cattolica celebrata nel mese mariano - scrisse il professor Ugo Bello, compianto corrispondente della Voce di Rovigo, nella ricorrenza di 19 anni fa - il curato, don Mosè Lionello, assieme ai dirigenti dell’Azione cattolica aveva organizzato per l’occasione una processione lungo le strade della frazione che erano state addobbate come nelle maggiori festività. I fanciulli vi avevano partecipato in massa, i più piccoli o in braccio alle sorelle o alla mamma. Era la festa, e lo si poteva capire dalla felicità impressa nei volti dei più di mille bambini che vi partecipavano, dai vestiti che indossavano, dai canti che inneggiavano la Madonna, dai fiori che spargevano a piene mani lungo la strada”.

“Le prime fanciulle, le Beniamine, erano giunte sul ponte in legno che univa le due sponde del Gorzone (vicino alla chiesa vi erano persone che attendevano di immettersi in processione), si inoltrano lungo la passerella precedute da don Mosè e dalle coordinatrici, si sentono degli scricchiolii strani, ma non ci si fa caso - prosegue il racconto - le ragazzine procedono cantando e spargendo fiori sul ponte e sull’acqua; raggiunta la metà... una oscillazione paurosa, uno schianto terrificante, bambine ed assi del ponte cadono nell’acqua del canale che le inghiotte”. “I canti di gioia si trasformano in urla terrorizzanti. In pochi minuti tutto un accorrere di persone che assieme al curato, a bambini anche di undici anni si trasformano in soccorritori - ricorda Bello - quei sessanta bambini caduti nell’acqua vengono salvati.... ma alla sera ne mancano all’appello quindici, quattordici fanciulle, fra cui due gruppi di sorelle, ed un bambino di undici mesi sfuggito nell’impatto con l’acqua dalle braccia della sorella che si è salvata. Quei quindici corpicini recuperati qualche ore dopo hanno portato dolore e lutto in tutta la frazione, nel paese, in tutta l’Italia perché la partecipazione al cordoglio e ai funerali è stata corale”.

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