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VENETO

Cgil: "Meno polizia e più politiche sociali"

Il sindacato afferma che gli educatori di strada e altri servizi sociali sono stati, abbandonati

Cgil: "Meno polizia e più politiche sociali"

VENEZIA -  Paolo D'Agostino, rappresentante della Segreteria della FP Cgil Venezia, esprime il suo accordo con il Sindaco riguardo all'importanza di aumentare i servizi sociali e gli educatori di strada. Tuttavia, critica la lentezza con cui l'amministrazione ha riconosciuto l'effettiva utilità di tali servizi. "Ancora una volta il Sindaco sbaglia mira. Non servono cacciatori di daspo con la scorta davanti la stazione, ma un piano di investimenti chiaro sulla riduzione del danno in stretta sinergia con le Ulss e una partecipazione attiva del Comune nei piani sociali di zona. È li che si collabora fra comuni e aziende sanitarie e si da stabilità ai servizi" - ha commentato.  Il rappresentante sindacale critica l'operato dell'amministrazione negli anni precedenti, affermando che gli educatori di strada e altri servizi sociali sono stati, di fatto, abbandonati da questa giunta. "Evidentemente abbiamo vissuto in altri enti in questi anni. Gli Educatori di Strada, come altri servizi sociali, sono stati posti di fatto ad esaurimento e nei servizi diurni sulla riduzione del danno sono rimasti ormai soltanto in 5 con le professionalità adatte a gestire questi servizi e un'età media di 50 anni. - specifica - I lavoratori in appalto invece sono diversi e lasciati senza alcuna guida: spesso part-time involontari, quasi tutti precari e pagati ad ore e nessuna formazione specifica se non la loro passione e la voglia di aiutare chi ha bisogno. Ma non è così che si progettano servizi che funzionano". 

Secondo D'Agostino, non esistono progetti concreti per sostenere tali servizi e le competenze professionali necessarie. Nell'ultimo appalto, il Comune non ha richiesto figure specifiche per i ruoli, nonostante l'effettivo lavoro svolto, e non ha previsto un percorso di formazione obbligatoria prima dell'inizio dell'attività.

"Questo ha reso meno efficaci gli interventi e pericoloso il lavoro in quelle condizioni. Un lavoro precario e mal pagato, senza nessuna certezza di rinnovo contrattuale e quindi di stabilità degli interventi dati all'utenza. È necessario per la città ripensare completamente il progetto basato su tre punti essenziali: meno polizia e più politiche sociali, che sono fondamentali per ristabilire la fiducia con gli utenti; interventi programmati, riflessi e stabili nel tempo, basati su figure professionali riconosciute e contratti di lavoro solidi con retribuzioni dignitose, con un coinvolgimento maggiore del settore pubblico nella gestione dei servizi; un periodo di formazione obbligatoria per gli educatori di strada prima di iniziare il servizio, affiancati da personale preparato per affrontare le difficoltà che si incontrano per strada durante i primi mesi di attività". 

Cgil si dichiara disponibile a un confronto preventivo sulla progettazione dei servizi, prima che i capitolati di gara siano pubblicati. "Bisogna intervenire per tempo: 'fatta la frittata, le uova non tornano indietro'" . conclude D'Agostino.

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