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Cavarzere

Giuseppe Di Rorai, un eroe senza tempo

Celebrata la figura del capitano dei Granatieri morto in battaglia in Libia l'11 giugno 1923

CAVARZERE - Cento anni sono passati dalla morte del più grande eroe cavarzerano: Giuseppe Di Rorai. E domenica 11 giugno, per celebrare l’importante anniversario, l’amministrazione comunale ha organizzato una cerimonia dedicata al capitano dei Granatieri, medaglia d’oro alla memoria al valor militare.

Prima la visita alla tomba di Giuseppe Di Rorai, che nacque a Loreo nel 1895 ma si trasferì giovane a Cavarzere, e perì a Marsa Brega, in Libia, l’11 giugno del 1923. Le spoglie del capitano dei granatieri riposano, infatti, nel cimitero di Cavarzere.
Quindi la cerimonia si è spostata in centro, all’ombra di Palazzo Barbiani, la sede del municipio, dove in una delle colonne del loggiato si staglia il busto di Giuseppe Di Rorai.

Qui il sindaco Pierfrancesco Munari ha depositato una corona di fiori, dopo che la Banda cittadina di Cavarzere aveva intonato l’Inno nazionale prima, e le note del Silenzio, poi. Oltre al sindaco, presenti gli assessori Marco Grandi - ex militare dell’Arma che con la divisa dell’associazione Carabinieri ha scandito gli ordini e i tempi della cerimonia - la presidente del consiglio Roberta Fava, gli assessori Mattia Bernello, Pier Luigi Parisotto e Stefania Sommacampagna. Quindi i primi cittadini di Loreo, Moreno Gasparini e Pettorazza Grimani, Gianluca Bernardinello, l’assessore Angelo Mancin del Comune di Chioggia e il consigliere regionale Marco Dolfin.

Nel suo discorso il sindaco Munari, dopo aver ringraziato i presenti, ha ricordato la figura del capitano Di Rorai, il suo grande coraggio e le sue virtù militari, leggendo la motivazione per la quale gli fu conferita la medaglia d’oro. Ma soprattutto ha voluto ricordare come fosse nel corpo dei Granatieri di Sardegna. E proprio di quel corpo, era presente ieri Giuseppe Paoletti, presidente dei Granatieri della provincia di Padova. “Beppino Di Rorai è stato il primo intestatario della nostra sezione - ha avuto modo di ricordare Paoletti - nel rapporto informativo del suo colonnello del Secondo reggimento Granatieri, nell’aprile 1918, scriveva del capitano di complemento Di Rorai che da sei mesi in ogni circostanza aveva sempre dimostrato di sapersi meritare la fama di cui il suo nome godeva”.

Paoletti ha letto la storica informativa, nella quale si sottolineava, pur nella giovane età di Di Rorai - all’epoca 22enne - il suo “travolgente entusiasmo” e ancora “la buona cultura generale oltre alla conoscenza del mestiere di militare” e il desiderio “di passare a ufficiale effettivo, non per la carriera militare, ma perché lui si sente chiamato da una vera vocazione”. E poi gli vengono riconosciute “le migliori qualità di comandante per istinto: si sa far amare dai suoi inferiori che guida con diligenza, e dei quali si cura per il morale e l’istruzione con competenza e genialità”. Infine il passaggio sulle sue doti in combattimento “questo ufficiale magnifico non solo per il coraggio personale, ma per il colpo d’occhio e per il saper trascinare i suoi uomini. Anche in trincea, sono grandi la sua capacità e il suo senso pratico”. “Giovane serio, educato, disciplinato, buono di carattere e gioviale - conclude la nota - sarebbe un peccato che a guerra finita non rimanesse in ruoli attivi: lo propongo come ufficiale di servizio attivo permanente”.

Al termine, la benedizione del monumento da parte del parroco, prima che tutta la delegazione, formata anche dalle associazioni combattentistiche e d’arma, si spostasse al primo piano di Palazzo Barbiani, dove è stata allestita una mostra fotografica con scatti relativi al funerale di Giuseppe Di Rorai, celebrato a Cavarzere nel 1924, al quale partecipò anche Italo Balbo. “Materiale fotografico del quale dobbiamo ringraziare Duilio Avezzù ed Enzo Salmaso, che mi hanno contattato quando hanno saputo di questa celebrazione, allestendo in pochi giorni una mostra davvero eccezionale per il valore storico che rappresenta” ha commentato il sindaco Munari.

Infine, ultima sorpresa della intensa mattinata di celebrazioni, Gasparini, sindaco di Loreo, città natale di Di Rorai, accompagnato da Andrea Bellato, storico locale, e dal comandante della stazione della Guardia di Finanza di Loreo, intitolata proprio a Di Rorai, la medaglia d’oro del capitano dei Granatieri. Un reperto che Bellato riuscì a ritrovare dopo decenni di lunghe ricerche, e che fa bella mostra di se dal 2014 proprio nella tenenza delle Finanza loredana.

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