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VENETO

Crisi demografica, chiude l'ennesima scuola

L'annuncio riguarda quella dell'Infanzia XXV Aprile di Sacca Fisola

Allarme iscrizioni nelle scuole chioggiotte

Foto d'archivio

VENEZIA - Dopo l'episodio delle mancate sostituzioni del personale di sostegno, che ha lasciato i bambini senza scuola, l'annuncio della chiusura della Scuola dell'Infanzia XXV Aprile di Sacca Fisola senza nemmeno un avviso preventivo al sindacato. "Valutiamo di chiudere la scuola per ragioni pedagogiche, questo il messaggio dell'assessore Laura Besio alle mamme in una riunione alla quale ci siamo autoinvitati – spiega Paolo D'Agostino, Fp Cgil Venezia - un gesto dovuto per rispetto alle lavoratrici e ai lavori che tengono aperti quei servizi e che hanno scoperto per caso di questa riunione direttamente dai genitori".

All'interno della scuola, lavorano quotidianamente cinque persone, tra insegnanti comunali (due insegnanti e un assistente) e personale ausiliario di Ames (due membri). Ames è una società partecipata dal comune, responsabile della gestione di alcuni servizi scolastici. "Serve rispetto per queste lavoratrici e per le necessità di famiglie che popolano Sacca Fisola e che di certo non hanno le risorse economiche di altri territori - sottolinea Paolo D'Agostino -. Ancora una volta l'amministrazione impone le sue scelte senza confrontarsi per tempo con le famiglie e nascondendo il tutto a Organizzazioni Sindacali e lavoratori. In nessun incontro era stata paventata la chiusura della struttura". 

VENEZIA - Durante l'incontro con le madri, sono emerse nuove possibilità di iscrizione, seppur in ritardo. Tuttavia, la dirigente ha temperato le aspettative, dichiarando chiaramente che le valutazioni verranno effettuate solo per le iscrizioni regolari. "Grandese ha spiegato che gli uffici hanno già condotto uno studio per la ricollocazione del personale, che verrà trasferito più vicino alle loro residenze - afferma D'Agostino -. In pratica, il Comune aveva già preso una decisione senza informare nessuno. Non c'è stato nemmeno il coraggio di convocare trasparentemente le riunioni con i genitori"

L'unica proposta in campo sembra essere quella di far funzionare la scuola solo nel pomeriggio attraverso le associazioni di quartiere. Tuttavia, secondo il sindacato, è necessario promuovere politiche di genere che favoriscano l'occupazione femminile. Non è sufficiente aprire servizi solo nel pomeriggio. "Quando si riduce il numero di servizi pubblici disponibili, non vi è possibilità di sviluppo futuro - continua -. Sono necessarie politiche di ri-insediamento nelle aree svantaggiate che richiedono servizi pubblici. Perché non abbassare i costi delle scuole proprio a Sacca Fisola, per individuare le esigenze delle madri in difficoltà che non possono permettersi tali servizi e preferirebbero tenere i bambini a casa? Perché non creare sinergie istituzionali anche con il carcere, facilitando l'integrazione con l'esterno? È necessaria una politica oculata che consenta ai servizi di diventare un motore di sviluppo. Manca non solo la volontà, ma anche le idee. Mancano il rispetto per il territorio e per i lavoratori".

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