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Pesca
20.06.2023 - 13:33
CHIOGGIA - Pesca a strascico: le marinerie scendono in piazza venerdì con il pieno appoggio del mondo della politica. Le regole ferree che l'Unione Europea vuole imporre rischia di far scomparire questo particolare tipo di settore della pesca che, a Chioggia e non solo, occupa centinaia di famiglie.
“Pieno sostegno alle marinerie che venerdì scenderanno in piazza per protestare contro il Piano di azione dell’Unione Europea che prevede una forte limitazione della pesca a strascico in tutta l’Europa, e quindi anche nella nostra laguna entro il 2030 - il commento del consigliere regionale e comunale della Lega Marco Dolfin -. In nome della tutela ambientale, l’Ue sacrifica la sopravvivenza di intere marinerie, come quella di Chioggia, prima in Italia in questo settore e che pratica quasi essenzialmente pesca a strascico. Tutto questo non è assolutamente accettabile. Sono al fianco dei pescatori e di chi porta avanti la grande tradizione della marineria veneziana”.
Per Dolfin le decisioni che arrivano dall'Unione Europea sono pericolose per l'equlibrio economico locale: “Bruxelles – conclude - non può continuare a mettere in pericolo l’economia italiana e nel contempo, permettere la diffusione sulle nostre tavole di prodotti poco sicuri. L’Unione Europea deve ascoltare le voci delle categorie, rappresentanti di un settore che garantiscono sicurezza alimentare, l’approvvigionamento salutare e sostenibile di prodotti ittici rispettosi di standard di qualità e tracciabilità. Impedire alle marinerie italiane di lavorare comporta l’aprire le porte a prodotti stranieri dalla dubbia sicurezza. Dobbiamo proteggere la nostra tradizione e le nostre imprese”.
La manifestazione incassa anche il pieno sostegno del consigliere regionale e vicecapogruppo del Pd Jonatan Montanariello: "Quello dell'Ue - sottolinea l'esponente Dem - è un piano che prevede una forte limitazione della pesca a strascico entro il 2030 senza alternative al comparto. Non si mette in discussione la doverosa tutela ambientale, che condivido. Il punto vero è che questa salvaguardia non può non tener conto dell'impatto economico e sociale su un settore che nel nostro Paese e nei nostri territori conta migliaia di addetti, tra quelli diretti e quelli dell'indotto relativo alla lavorazione e commercializzazione dei prodotti ittici. Non esiste - conclude Montanariello - sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica. La pesca, anche in Veneto, ha già pagato cari prezzi e restrizioni. Paghino ora quei Paesi che hanno operato nell'ambito ittico in maniera spregiudicata e incontrollata, fermo restando che anche in Veneto, in maniera responsabile, i pescatori sono pronti a fare la propria parte”.
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